2012-03-05 14:23:54

In primo piano in Italia la riforma del Parlamento e dell'esecutivo


Più poteri al presidente del Consiglio, sì alla sfiducia costruttiva e semplificazione delle procedure parlamentari. Queste le novità di una prima bozza di riforma costituzionale che sarebbe stata messa a punto da esponenti di Pdl, Pd e Terzo Polo. Il testo, anticipato dall’agenzia Ansa, avrebbe ottenuto un primo via libera bipartisan e se venisse adottato ufficialmente dai leader, potrebbe poi essere presentato sotto forma di disegno di legge costituzionale. Tra i vari punti, anche il taglio dei parlamentari di circa il 20 per cento. Un passo importante? Debora Donnini lo ha chiesto al prof. Paolo Savarese, docente di filosofia del diritto all’Università di Teramo:RealAudioMP3

R. - Se questo è un primo passo per rivedere l’architettura dello Stato e i meccanismi della rappresentanza, ben venga. L’importante è che si rivedano i meccanismi di legislazione, che vengano distinti da quelli di governo e non si dia a quest’ultimo mano libera di scrivere le leggi senza controllo. Il governo non può chiedere al Parlamento di essere il notaio delle sue decisioni. La riduzione del numero dei parlamentari dovrebbe essere il primo passo per riequilibrare i poteri dello Stato. L’importante è che rimanga la centralità del Parlamento.

D. – In queste proposte c’è anche l’ipotesi di un rafforzamento del Parlamento con il superamento del bicameralismo paritario e l’introduzione di elementi di federalismo istituzionale, ma anche di un processo legislativo semplificato. Questo potrebbe essere utile come semplificazione della possibilità di fare le leggi?

R. - Questo sembra un meccanismo di semplificazione. L’importante è che si garantisca la trasparenza del meccanismo legislativo e di decisione. Il Paese deve essere informato di chi sta decidendo e su che cosa; naturalmente sul presupposto della fiducia che si accorda ai rappresentanti, i parlamentari.

D. - In questa bozza si parlerebbe anche di un rafforzamento del premier, che potrebbe proporre al presidente della Repubblica la nomina e la revoca dei ministri, potrebbe ottenere la fiducia a maggioranza semplice e la sfiducia, solo costruttiva, dovrebbe essere data a maggioranza assoluta. In Italia, si parla da tanto tempo di un rafforzamento della figura del presidente del Consiglio per semplificare, per dare più solidità ad una legislazione...

R. - La trasformazione del presidente del Consiglio in un vero premier, la vedo positivamente, nella misura in cui consente al premier di governare, assumendosi le sue responsabilità di fronte al Parlamento e al Paese, superando quindi una serie di blocchi di vario genere che impediscono un’azione di governo trasparente ed efficace. Questo però non deve essere un escamotage per dare al premier il potere di "scrivere" le leggi.

D. - Complessivamente, secondo Lei, queste novità potrebbero portare a meno “ribaltoni”, quindi consentire di fare delle azioni di governo più durature, più incisive?

R. - Lo strumento tecnico va in quella direzione; però dobbiamo aver chiaro che la governabilità di un Paese non dipende soltanto dagli strumenti e da come sono descritti, ma dal rapporto di fiducia tra governanti e governati. Questa è la grande sfida. (bi)







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