No Tav. Giornata di manifestazioni a Roma e Milano dopo il via libera di Monti
E' trascorsa senza incidenti la quinta notte di "mobilitazione permanente" dei No-Tav
in Val di Susa, dopo l'assemblea del Movimento. Ieri, il premier, Mario Monti, ha
spiegato che il progetto va avanti perché è sostenibile da un punto di vista ambientale
e i benefici economici sono rilevanti. Immediata la risposta degli attivisti, che
invitano il capo del governo a evitare “prove di forza”. Nel pomeriggio di oggi, sono
in programma cortei a Roma e Milano. C’è timore che le manifestazioni possano degenerare,
ma il prefetto della capitale Pecoraro rassicura: “C'è un'attenzione scrupolosa, ma
senza allarmi”. Sulla situazione, Paolo Ondarza ha sentito donEttore
De Faveri, direttore del settimanale “La Val Susa”:
R. – Di certo,
almeno un elemento di chiarezza è arrivato da parte dell’attuale governo in maniera
molto chiara, serena e pacata. E’ questo, quindi,il punto di partenza anche per quella
parte del territorio che resta contrario all’opera. Non si può prescindere da questa
dichiarazione così chiara e precisa.
D. – Quindi ancora c’è spazio per il dialogo?
R.
– E’ essenziale. E’ essenziale che il governo non parli solo a Roma ma riesca, in
qualche modo, a recarsi sul territorio e a cercare un confronto con il territorio
stesso.
D. – Noi abbiamo contattato sia chi è per il “no”, sia chi è per il
“sì”. Chi è per il “no” ha parlato liberamente, mentre chi invece è per il “sì” ci
ha detto: “A questo punto, abbiamo paura di parlare, temiamo intimidazioni”...
R.
– Ho l’impressione che dichiararsi favorevoli all’opera possa sembrare qualcosa che
non in molti hanno il coraggio di dire. Ma non vedrei, in questa situazione, motivi
di pericolo per la gente.
D. – A spaventare non è tanto chi vive lì, sul posto,
quanto elementi, provenienti dall’esterno, che potrebbero infiltrarsi...
R.
– Certo, questo è uno dei grandi problemi. Purtroppo oggi, su questo punto, c’è un
po’ di fragilità nella risposta del grande movimento No-Tav locale. Io avrei preferito
una protesta molto più “valligiana” da questo punto di vista, senza il concorso di
altri, perché questo rischia sempre di creare almeno un sospetto di qualcosa di pre-ordinato
e di comandato da interessi che non sono solo quelli valsusini. (vv)