Argentina. I vescovi si oppongono all’eliminazione dell’ora di religione dalle scuole
statali
“L’educazione religiosa alimenta il legittimo pluralismo e contribuisce allo sviluppo
della società”: è quanto si legge in una nota diffusa dai vescovi della diocesi di
Salta, nel nordovest dell’Argentina. Il documento, firmato tra gli altri dall’arcivescovo
della città, mons. Mario Cargnello, arriva dopo che il governo locale ha stabilito
di cancellare l’insegnamento della religione nelle scuole statali. Ma tale insegnamento,
scrivono i vescovi, “costituisce un diritto per i genitori e per i loro figli e un
dovere per gli Istituti di formazione, in funzione dello sviluppo integrale degli
alunni”, poiché “le convinzioni religiose sono un fattore positivo nella vita personale
e sociale”. Poi, i presuli precisano: “Non pretendiamo che a tutti i bambini vengano
insegnati i contenuti della religione cattolica, ma vogliamo che tutti i bambini possano
ricevere l’insegnamento della religione, oppure esserne esonerati, a seconda della
decisione dei loro genitori”. Anche perché, continua la nota, il diritto a professare
la propria fede, "a livello personale o comunitario, si esprime nei diversi ambiti
senza ostacolare il funzionamento delle istituzioni né implicare un’imposizione o
una negazione dei diritti a terzi”. In questo senso, si legge ancora nel documento,
“è compito della scuola pubblica rispettare e trasmettere la cultura e l’identità
di un popolo”. L’appello finale, dunque, è lanciato ai genitori, affinché “esercitino
il loro legittimo diritto all’educazione integrale dei figli”. “Siamo convinti – concludono
i vescovi di Salta – che un’educazione religiosa che promuove l’identità alimenti
il legittimo pluralismo e contribuisca allo sviluppo della nostra società”. (I.P.)