2012-03-02 14:30:05

Nicaragua. Appello della Chiesa per la situazione delle carceri nel Paese


Il presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, mons. Sócrates René Sándigo Jirón, vescovo di Juigalpa, ha lanciato un appello al Ministero degli Interni perché consideri seriamente la situazione dei detenuti, i cui diritti umani vengono violati. Mons. Sándigo ha sottolineato che quanto successo nella prigione "Puertas de la Esperanza" a Esteli, dovrebbe essere preso in considerazione per evitare un altro incidente simile. Il 24 febbraio infatti 11 persone sono rimaste ferite per una rivolta dei detenuti a Estelì, 150 km al nord di Managua. Sembra che questo fatto sia stato provocato dalle parole di un politico, il quale ha dichiarato che i detenuti vivono nelle prigioni come in un albergo, mentre la rivolta dei prigionieri era proprio per protestare contro le deplorevoli condizioni in cui si trovano nel centro di detenzione. Secondo dati ufficiali diffusi dalla stampa, in Nicaragua ci sono circa 8.199 detenuti in otto centri penali con una capacità massima di 4.724 prigionieri, ciò dimostra un sovraffollamento del 73,5 per cento. "Siamo preoccupati perché le carceri sono piene, il numero dei detenuti supera la capacità di accoglienza e non si trovano certo nelle migliori condizioni, questo può causare un ‘effetto domino’ e sappiamo che le conseguenze possono arrivare perfino alla morte. Ecco il perché del nostro appello, fatto già da tempo, alle autorità, affinché prestino attenzione a tutto ciò per evitare una catastrofe che può nascere in qualsiasi carcere del paese" ha ribadito il presidente della Conferenza Episcopale parlando alla televisione locale. Dinanzi a questa situazione, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, il vescovo ha chiesto alle autorità carcerarie di "Puertas de la Esperanza" di non agire nei confronti dei detenuti che hanno guidato la rivolta, in quanto ciò potrebbe causare nuove tensioni e quindi innescare reazioni che potrebbero portare nuovi problemi. "Riteniamo che non ci saranno rappresaglie contro i detenuti in rivolta, ma bisogna guardare il fatto come un invito al governo a dare una risposta positiva. Siamo disponibili ad aiutare questo processo di rinnovamento. Quando accadono queste cose, si creano aspettative anche fra i detenuti delle altre prigioni del Paese" ha detto mons. Sócrates René Sándigo Jirón.







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