2012-03-02 13:00:20

Mons. D'Ercole sui giochi d'azzardo: non incoraggiare la pubblicità


Continua a far discutere la proposta del ministro Andrea Riccardi di vietare la pubblicità dei giochi d’azzardo. Lo scorso anno, questo settore ha fruttato 74 miliardi di euro e per il 2012 si prevede un giro d’affari di 100 miliardi di euro. Per la Confesercenti, si tratta di una vera malattia sociale. Sulla possibilità di vietare gli spot, Alessandro Guarasci ha sentito mons. Giovanni D’Ercole, segretario della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali:RealAudioMP3

D. – Sicuramente, non è una pubblicità da incoraggiare. Suil proibirla, non saprei se spingermi fino a questo, perché in un mercato libero l’idea che si proibisca qualcosa qualche volta favorisce ancora di più. Certamente, però, se dobbiamo dare una valutazione dal punto di vista etico, il pensiero del ministro – soprattutto perché si esprime come persona a servizio della società – mi pare una preoccupazione giusta.

D. – Potremmo pensare, quanto meno, a mettere in fascia oraria protetta queste pubblicità? Le vedono anche i minori che hanno qualche euro in tasca e così il rischio è che giochino anche loro...

R. – Io credo che andrebbe eliminata, però, se viene fatta, non la posso impedire. Al massimo, io credo sarebbe utile che le associazioni di teleutenti, di telespettatori, si facessero promotrici e sollevassero il problema. In questo caso, si allarga molto di più la riflessione perché la pubblicità deve essere sempre valutata da ogni punto di vista e quindi i responsabili delle associazioni dovrebbero avere la loro parola.

D. – Lei teme che il gioco d’azzardo scardini in qualche modo una parte della nostra società e metta in pericolo anche la coesione delle famiglie?

R. – Un grido di allarme va lanciato e vanno prese tutte quelle misure per poter arginare questo rischio. Indubbiamente, a ognuno di noi – a noi sacerdoti, a noi vescovi – capita di vedere famiglie rovinate perché quando la febbre del gioco e soprattutto del gioco d’azzardo prende, non c’è limite: è un buco senza fondo. (bf)







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