Inghilterra: mons. Nichols riconferma “intenzione e scopo” delle “Soho Masses”
Una nota per mettere a tacere le critiche, assicurare il pieno rispetto dell’insegnamento
della Chiesa cattolica, ma anche per riconfermare “l’intenzione e lo scopo” che hanno
portato ciqnue anni fa la Chiesa cattolica di Inghilterra ad avviare una disposizione
pastorale particolare verso le persone con un orientamento omosessuale. La disposizione
pastorale – riferisce l’Agenzia Sir – è più conosciuta al grande pubblico come le
"Soho Masses": sono Messe istituite nel 2007 dall’allora arcivescovo di Westminster,
il cardinale Cormac Murphy O’Connor: vengono da allora celebrate due volte al mese
nella Chiesa di “Nostra Signora” a Warwick Street e prendono il nome dal quartiere
di Soho dove sono si trova la Chiesa. L’iniziativa ha recentemente attirato vivaci
critiche in seguito alla Messa on line su Youtube di un breve video che ritrae un
passaggio della Messa. In una nota diffusa il 28 febbraio, l’arcivescovo Vincent Nichols
“conferma l’intenzione e lo scopo” della disposizione. E aggiunge: “Intenzione e scopo
che sono stati chiaramente spiegati nel comunicato emesso dalla Diocesi di Westminster
nel 2007 quando la disposizione ebbe inizio sotto la guida dell’allora cardianle Cormac
Murphy O’Connor”. Nichols fa poi riferimento a un altro importante documento pubblicato
nel 1997 dall’allora cardinale Hume e chiarisce che senza un’attenta lettura dei due
documenti, “l’intenzione e lo scopo” delle messe di Soho non possono essere comprese.
“Questi documenti – spiega – sottolineano tre fondamenti essenziali: la dignità di
tutte le persone create da Dio; i principi morali concernenti la castità e l’insegnamento
della Chiesa sulla sessualità e la cura pastorale dei cattolici che hanno un orientamento
omosessuale. Tutti coloro che prendono parte alla Messa sono chiamati a vivere l’insegnamento
della Chiesa, attraverso una continua conversione di vita”. Di fronte quindi alle
polemiche suscitate, l’arcivescovo assicura che “queste Messe sono celebrate in modo
da garantire che il loro scopo sia rispettato e che non siano occasioni di confusione
o di opposizione riguardo all‘insegnamento positivo della Chiesa sul significato della
sessualità umana o agli imperativi morali che discendono da tale insegnamento, che
noi sosteniamo e verso cui tutti noi cerchiamo di tendere". In una nota a margine
del comunicato, l’arcivescovo Nichols aggiunge una considerazione riguardo al linguaggio
da usare per definire l’omosessualità: “Qualunque sia il linguaggio utilizzato, vale
la pena ricordare che la Chiesa si rifiuta di considerare la persona come un ‘eterosessuale‘
o un ‘omosessuale‘ e insiste sul fatto che ogni persona ha una fondamentale identità:
è creatura di Dio e, per grazia, suo figlio ed erede della vita eterna”.