Convegno sui Padri della Chiesa: conoscerli è come conoscere gli Apostoli
Ha preso spunto dai 35 anni della collana editoriale “Testi Patristici” di Città Nuova
il convegno svoltosi ieri pomeriggio alle 15 alla Pontificia Università Lateranense
e dedicato ai Padri della Chiesa. Patrologi ed esperti si sono confrontati sulle grandi
figure del cristianesimo, offrendo risposte al questito di fondo del Convegno, ovvero
“Come leggere i Padri oggi”. La stessa domanda Tiziana Campisi l'ha rivolta
a padre Robert Dodaro, preside dell’Istituto Patristico Augustinianum
di Roma, tra i relatori del convegno:
R. – I Padri
della Chiesa sono gli scrittori ecclesiastici dopo il periodo cosiddetto "apostolico",
quello in cui gli Apostoli ancora vivevano, insegnavano e scrivevano lettere e Vangeli.
I Padri della Chiesa sono noti per la profonda scienza e sapienza divina, ma anche
per la santità di vita: sono coloro che hanno interpretato le parole e gli scritti
degli Apostoli, dei quali quindi trasmettono l’insegnamento.
D. – Perché è
importante conoscere i Padri della Chiesa?
R. – Perché la nostra fede cattolica
dipende molto dalla loro interpretazione dell’insegnamento degli Apostoli. I primi
Padri hanno conosciuto gli Apostoli, quindi hanno potuto interpretare il loro insegnamento,
la loro dottrina, i loro scritti, trasmettendoli da una generazione all’altra. E’
importante per conoscere il fondamento della fede cattolica, la fede in un solo Dio,
la fede in Gesù Cristo, Dio e uomo, la fede in Cristo nostro Salvatore.
D.
– Come conoscere i Padri della Chiesa?
R. – I Padri sono riconosciuti dalla
Chiesa. Conosciamo le loro opere e studiamo i loro scritti. I nomi sono noti a tutti
gli specialisti, naturalmente di teologia e di storia della Chiesa, ma man mano li
hanno conosciuti anche i fedeli. Sant’Agostino mi viene subito in mente, però ce ne
sono tanti altri: Sant’Ireneo, uno dei primi Padri della Chiesa e altri che sono stati
Papi, come Papa Leone Magno, Papa Gregorio Magno: questi sono stati grandi Padri della
Chiesa occidentale. Ma ci sono anche i Padri cappadoci – San Basilio Magno, San Gregorio
di Nissa, San Gregorio Nazianzeno – che hanno formulato la base della nostra fede
nella Santissima Trinità, in termini chiari, in termini che rimangono classici, per
tutti i credenti, in tutte le epoche della Chiesa. Le opere dei Padri sono state pubblicate
in diverse lingue ormai, esistono traduzioni delle opere dei Padri, e sono molto letti
da coloro che vogliono tracciare le radici della spiritualità cristiana e cattolica,
della sacra liturgia.
D. - Lei è preside dell’Istituto Patristico Augustinianum,
dove vengono studiati i Padri della Chiesa: ma la gente comune in che modo può accostarsi
a loro?
R. – Io direi di visitare le librerie, le tante librerie religiose
cattoliche, e comprare le opere dei Padri che sono adesso disponibili anche in pubblicazioni
molto economiche. Grazie al profondo lavoro di generazioni di patrologi e di teologi,
abbiamo anche buone introduzioni ai Padri, manuali di Patrologia. Quindi, non manca
alla gente e ai fedeli un mezzo per conoscere i Padri in modo diretto. Io mi auguro
che nel prossimo futuro le parrocchie e le diocesi possano iniziare corsi di lettura
delle opere dei Padri, perché molti dei problemi che sono attuali nella Chiesa trovano
una risposta nella tradizione patristica. Quindi è importante per tutti – per il clero,
per i fedeli laici – avere questo contatto con i Padri della Chiesa. (bf)