Il Consiglio per i diritti Umani dell'Onu condanna la Siria
Porre fine a tutte le violenze e gli eccessi contro la popolazione e consentire l'arrivo
agli aiuti umanitari in Siria. La risoluzione di condanna prodotta dal Consiglio per
i Diritti Umani dell’Onu, a Ginevra, è chiara; così come chiare sono le posizioni
di Russia, Cina e Cuba, che si sono espresse in senso contrario. Trentasette, in totale,
i Paesi che hanno appoggiato il documento; tre, invece, quelli che si sono astenuti:
India, Filippine ed Ecuador. Quattro delegazioni, invece, hanno deciso di disertare
la votazione; tra queste la posizione più dura è stata assunta dall’Iran, che ha parlato
di “interferenze negli affari interni siriani”, e accusato i sostenitori della mozione
di condanna di essere mossi soltanto da "opportunismo politico". Un risultato, insomma,
che la dice lunga sulle spaccature in seno alla comunità internazionale; spaccature
che si erano viste già durante i lavori del Consiglio, tanto da far parlare di “un
dibattito a tratti molto aspro”. Intanto sul campo è sempre emergenza umanitaria,
soprattutto a Homs, città che tutti definiscono “la capitale della dissidenza”. I
bombardamenti qui continuano, così come le violenze contro la popolazione; una violenza
che colpisce ovunque e che costringe, per motivi di sicurezza, la Gran Bretagna a
ritirare tutto il personale diplomatico dal Paese, pur mantenendo i rapporti diplomatici
con Damasco. Da parte loro, i ministri degli Esteri delle sei monarchie del Golfo
vedranno il loro omologo russo, Lavrov, a Riad il 7 marzo prossimo per discutere
sugli sviluppi in Siria. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri del Kuwait. I ministri,
ha aggiunto, “esprimeranno la propria delusione” per la posizione di Mosca sulla crisi.
(A cura di Salvatore Sabatino)