Consiglio delle Chiese: l'arcivescovo di Canterbury su religione e diritti umani
“La religione contribuisce con un nucleo dottrinale ai principi fondamentali dell’universalità
e della libertà”: è quanto ha detto ieri l’arcivescovo di Canterbury, l’anglicano
Rowan Williams, visitando la sede del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc) a Ginevra.
Per l’occasione, l’arcivescovo Williams ha tenuto una conferenza sul tema “Diritti
umani e fede religiosa”: in essa, l’esponente anglicano ha osservato come oggi i diritti
umani siano visti solo come un codice giuridico basato su rivendicazioni individuali.
Importante è, invece, basarsi su un approccio alternativo che tenga conto degli aspetti
culturali e comunitari dell’interazione umana, approccio che è parte integrante del
credo religioso. “Penso – ha detto l’arcivescovo di Canterbury – che questa visione
debba essere usata per cercare di comprendere i diritti in un contesto non di rivendicazioni
individuali, ma di riconoscimento reciproco fra esseri umani”. In questo senso, ha
ribadito l’esponente anglicano, la religione spiega il motivo per cui “i diritti umani
sono universali”, ovvero perché “la natura dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza
di Dio, richiede sia l’uguaglianza che una visione astratta dei diritti, indipendentemente
dai sistemi politici e sociali”. Poi, il rev. Williams ha fatto un esempio di come
il linguaggio religioso sulla dignità umana sia servito ad approfondire l’impegno
nella difesa dei diritti umani: “Nel secolo scorso – ha detto – la Chiesa in Sudafrica
o nella Repubblica federale tedesca era forse il contesto più significativo in cui
l’universalità e la non negoziabilità della vita umana poteva essere affermata e difesa”.
Infine, l’arcivescovo di Canterbury ha sottolineato che la religione gioca un ruolo
cruciale nel dibattito sui diritti umani, anche garantendo che lo stesso linguaggio
dei diritti “non si allontani troppo dalla strada del riconoscimento del sacro”. (I.P.)