Panama: continua il dialogo governo-indigeni con la mediazione della Chiesa
In uno sforzo per rendere reale ed efficace il dialogo tra il governo e le popolazioni
indigene, contrapposti circa la nuova legge che limita le estrazioni minerarie e difende
le risorse idriche nei territori indigeni, il vescovo della diocesi di David e presidente
della Conferenza episcopale del Panama, mons. José Luis Lacunza, che è mediatore della
disputa, ha deciso ieri di incontrare separatamente ognuna delle parti prima di iniziare
la sessione di dialogo. Sebbene poco sia trapelato di quanto detto in privato, è emerso
sulla stampa locale il forte richiamo di mons. Lacunza a ciascuna delle parti perchè
mostri segni concreti in modo di raggiungere un accordo per il bene del Paese. L’agenzia
Fides ha ricevuto una comunicazione dal giornale “La Estrella del Panama”, dove si
sottolinea che la Chiesa ha ribadito la sua posizione chiedendo ad ogni gruppo di
mantenere il dialogo: “Dove siamo, dove stiamo andando e qual è il costo da pagare
per tutti i panamensi, se si rompe il dialogo ?”. La stessa fonte informa che la capo
degli indigeni doveva dare una risposta al suo popolo prima di mezzogiorno, altrimenti
si sarebbe tornati a manifestare nelle strade. Ma il vescovo l’ha convinta a rimanere
al tavolo del dialogo. Purtroppo mentre la Chiesa lavorava per il dialogo, ci sono
state azioni di disturbo da parte degli indigeni in 14 luoghi diversi. Un gruppo di
indigeni ha assediato e gridato slogan contro il Governo in prossimità della sede
della società responsabile del Progetto Idroelettrico Barro Blanco, mentre un altro
gruppo è arrivato alle porte del Palazzo Legislativo. Monsignor José Luis Lacunza
ha richiesto, nella sua veste di mediatore, l'intervento del ministro Jorge Ricardo
Fabrega per indagare sui diversi atti di pressione da entrambe le parti. (R.P.)