2012-02-28 15:39:25

L'Italia a Ginevra per rispondere delle discriminazioni razziali


La discriminazione dei migranti, delle comunità sinti, rom e dei minori delle categorie più svantaggiate. Sono alcune delle violazioni perpetrate in Italia e documentate da oltre 80 Ong e Associazioni della società civile, chiamate a Ginevra come consulenti dal Cerd, il Comitato Onu sulle discriminazioni razziali. L’organismo delle Nazioni Unite, che torna ad esaminare la situazione in Italia dopo quattro anni, quest’anno si è fatto aiutare da diverse associazioni che hanno elaborato e presentato ieri la propria analisi sulle violazioni nella penisola. Il 5 marzo, sempre a Ginevra, il governo italiano presenterà il proprio rapporto; successivamente l’Onu darà le sue raccomandazioni. Francesca Sabatinelli ha intervistato Barbara Terenzi, coordinatrice del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani:RealAudioMP3

R. - Sono venuti fuori problemi che già conosciamo. Ovviamente, la grande questione è quella dei migranti e della loro tutela anche a livello giuridico. Ci sono grandi problemi rispetto anche ai tempi di detenzione, a volte discriminanti, dovuti a fattori che sono connessi molto spesso con difficoltà legate alla lingua, e quindi di comprensione, ma anche di non conoscenza delle leggi. C'è poi, ancora, la discriminazione nei riguardi di rom, sinti e camminanti, soprattutto spesso subita dai minori. Siamo sempre intorno a queste categorie che, nonostante il nostro ordinamento abbia in teoria la possibilità di esercitare appieno i diritti umani, in pratica subiscono trattamenti discriminatori. Inoltre, anche i tagli e la situazione economica vanno a incidere in maniera abbastanza significativa. Uno degli argomenti di cui si è discusso è stato, per esempio, il problema dei minori diversamente abili, che nell'ordinamento italiano hanno un riconoscimento effettivo solo dai sei anni in poi. Ci sono tutti i problemi legati ai tagli ai fondi della scuola, che hanno complicato la questione della formazione, o il numero dei bambini non italiani presenti nelle classi.

D. - Il Cerd è tornato a esaminare l’Italia dopo quattro anni, lo aveva fatto nel 2008. Le raccomandazioni del Comitato Onu, allora, andarono nella stessa direzione da voi tracciata quest’anno. Ciò significa che l'Italia non ha ancora trovato le giuste soluzioni...

R. - È proprio questo il problema. Nel 2008, uno dei grandi problemi che venne fuori fu quello legato alla mancata creazione dell’Istituzione nazionale indipendente per i diritti umani, un meccanismo di democrazia partecipativa che la maggior parte dei Paesi possiede, e che l’Italia invece continua a non avere. Si tratta di un meccanismo previsto dal sistema delle Nazioni Unite e riconosciuto dalla Comunità europea. Quindi, è un meccanismo che va messo in piedi, è lo strumento attraverso il quale poter avere una politica unitaria in materia di diritti umani, per fare in modo che non si arrivi a violazioni o che per lo meno si contenga il rischio che avvengano sul territorio italiano.

D. - Visto che, ad oggi, la situazione non sembra cambiata molto, c’è da dedurre che le indicazioni delle Nazioni unite saranno le stesse...

R. - I risultati sono lì: alcune cose non sono state fatte. Quindi, penso che dovranno prendere atto. Il nostro lavoro è stato proprio questo: cercare di mettere in evidenza i punti critici e quelle cose che non sono state fatte, nonostante le esortazioni e le raccomandazioni. Tra l’altro, l’Istituzione nazionale indipendente non solo è stata raccomandata dal sistema Cerd, ma anche da tutte le varie convenzioni internazionali delle Nazioni Unite che si occupano dei vari diritti umani specifici. Quindi, quelli che si occupano dei diritti economici e sociali, culturali, civili e politici hanno tutti fatto una raccomandazione in questa direzione. Stiamo quindi parlando di una Istituzione che più voci continuano ad evidenziare come uno strumento importante per un Paese che si definisce altamente democratico. (bi)







All the contents on this site are copyrighted ©.