In Val di Susa sono cominciati ieri i lavori per l’ampliamento del cantiere della
Tav Torino - Lione. Uno dei leader storici del ‘Movimento No Tav’, Luca Abbà, è in
gravissime condizioni dopo essere caduto da un traliccio dell’alta tensione, su cui
era salito per protestare contro gli espropri dei terreni nell’area del cantiere.
Fiom e comunità montana hanno chiesto la sospensione dei lavori. La tensione resta
alta, come conferma al microfono di Amedeo Lomonaco il direttore del settimanale
diocesano "La Valsusa", don Ettore De Faveri:
R. - Da parte
dei "No Tav" si continua a dire che sono lavori non necessari, che possono essere
lavori simbolici, ma non sono legati esattamente a quello che sarà poi il problema
della discenderia {n.d.r. galleria utilizzata per il trasporto di materiali}. Se lo
Stato ritiene quel luogo strategicamente determinante, lo spieghi.
D. - E’
iniziata la fase dell’esproprio dei terreni. Quale è il vostro appello?
R.
- Come giornale diocesano abbiamo chiesto, chiediamo e richiediamo alle istituzioni
di cercare comunque il dialogo con le parti. L’impressione è che in questo momento
si tratti, purtroppo, di un dialogo tra sordi da entrambe le parti…. Bisogna che le
autorità dello Stato e la Regione si sforzino fino all’inverosimile nel cercare un
dialogo, perché così non si va avanti.
D. - E’ necessario riprendere il dialogo,
ma c’è il timore - espresso anche dal capo della Polizia, Manganelli - che le proteste
possano degenerare…
R. - Credo che sia un giusto richiamo quello del capo della
Polizia su questo pericolo. Il fiammifero è in mano, basta un niente che possa far
esplodere la situazione e che questa possa degenerare anche in forme pericolose, addirittura
col pericolo della morte. (mg)