“In questo momento di paura e incertezza, la nostra missione di francescani è consolare
la gente e annunciare la pace”, dice in un colloquio con l’agenzia Fides fra Romualdo
Fernandez, direttore del Centro ecumenico di Tabbale, a Damasco, e rettore del santuario
dedicato alla Conversione di San Paolo, sempre nella capitale siriana. Il frate racconta:
“La situazione è fluida e incerta. Credo che nell’opera di informazione si debba prestare
maggior attenzione alle fonti e alla circolazione delle notizie. Come abbiamo potuto
constatare in alcuni casi, anche i grandi network hanno contribuito a diffondere notizie
non vere sulla crisi. Occorre maggiore cautela, dato che sono forti i rischi di strumentalizzazioni”,
nota il frate. “Come minoranza cristiana, proseguiamo le nostre attività sociali e
pastorali. Preghiamo molto e facciamo un pressante appello alla pace e alla riconciliazione,
perché si possa guardare al futuro con speranza”. I francescani, presenti in Siria,
con comunità a Damasco, Aleppo, Lattakiah e nella valle dell’Oronte, sono impegnati
a sostenere i bisogni della popolazione cristiana locale. I dispensari medici dei
conventi francescani sono divenuti luogo di rifugio e accoglienza per tutti i bisognosi,
senza differenza fra etnie o religioni. I cristiani in Siria sono circa 875mila e
rappresentano il 10% della popolazione, divisi fra ortodossi, cattolici, protestanti
e anglicani. La maggioranza dei cristiani siriani vive nelle città di Damasco, Aleppo,
Homs e Latakia. (R.P.)