Santuario di San Gabriele dell’Addolorata: celebrazioni per il 150.mo della morte
Il Santo dei giovani, il Santo della gioia cristiana. Così viene chiamato San Gabriele
dell’Addolarata, al secolo Francesco Possenti. In questi giorni sono iniziate le celebrazioni
per il 150.mo anniversario della sua morte, che si tengono ad Isola del Gran Sasso,
dove sorge il Santuario. Un Santuario, quello di San Gabriele, visitato ogni anno
da migliaia di giovani. Quale è il suo messaggio? Debora Donnini lo ha chiesto
a padre Vincenzo Fabri, passionista, addetto stampa del Santuario:
R. – In fondo
lui è stato un giovane come oggi ce ne sono tanti. Un giovane che è vissuto fino a
18 anni nell’alta società di Spoleto di metà Ottocento, che aveva le stesse problematiche
che hanno i giovani di oggi: desiderio di cose alte, paura di buttarsi. Ha cercato
di realizzare tutto questo dandosi alla bella vita: amava la danza, amava anche lo
studio, amava le belle compagnie, amava il teatro … Tutto questo però, pur essendo
bello, non gli riempiva il cuore. A 18 anni capisce che solo Dio poteva riempirlo:
lascia tutto ed entra in uno sperduto convento e in pochi anni – in cinque anni e
mezzo – realizza il cammino della santità.
D. – In che senso realizza il cammino
della santità? Accettando, per esempio, la sua malattia? Lui morirà di tubercolosi
…
R. – Sì. Accettando la sua malattia ma soprattutto dandosi totalmente al
Signore in una vita molto semplice, lineare ma profonda perché vissuta con grande
intensità, con grande impegno nelle cose ordinarie della vita. In fondo è chiamato
anche il Santo della quotidianità e dell’ordinarietà. Uno che ha lavorato con il cuore,
diceva il suo direttore spirituale. Ha messo tutto se stesso in ogni cosa che faceva.
D. – Voi che cosa proponete ai giovani che vengono al Santuario?
R.
– Ai giovani proponiamo vari cammini di impegno nella vita cristiana, soprattutto
nella vita parrocchiale e poi anche, per chi vuole, nella vita religiosa. Il messaggio
di San Gabriele è il messaggio di un giovane che ci ha provato, ce l’ha fatta perché
ha capito quali erano le cose fondamentali della vita.
D. - San Gabriele è
chiamato – appunto – il Santo della gioia cristiana. Ma che cos’è la gioia cristiana?
R.
– La gioia che per lui non era riposta nelle cose ma in Qualcuno, nel Signore, e poi
in Maria Addolorata. Lui, appena entrato in convento, scriveva al padre: la mia vita
è una gioia continua. Non cambierei un quarto d’ora di questa vita con tutto quello
che avevo nel mondo. Eppure di cose ne aveva ma ha scoperto Chi è che, solo, può riempire
davvero il cuore.
D. – Al Santuario avvengono conversioni...
R. – Il
Santuario è un luogo privilegiato per le conversioni, perché è uno dei Santuari in
cui, forse, si confessa di più in Italia. La domenica siamo in 25-30 a disposizione
solo per le confessioni; sono tanti coloro che si accostano al Santo, desiderosi forse
anche di qualche miracolo, di qualche grazia ma soprattutto di ritornare a Dio, di
fare sul serio questo cammino di conversione che, in fondo, è lo stesso cammino che
ha saputo fare San Gabriele.
D. – Quali sono i momenti forti di queste celebrazioni
per il 150.mo anniversario della sua morte?
R. – I momenti forti, a parte l’apertura,
sarà quello della "festa dei 100 giorni agli esami di maturità", quando almeno 10
mila giovani studenti arriveranno il 12 marzo, per fare una giornata di ritiro spirituale
e prepararsi, così, agli esami di maturità. E poi altre celebrazioni nel corso dell’anno,
sempre con varie presenze giovanili, come la tendopoli di fine agosto; e ancora, grandi
celebrazioni per gruppi, confraternite, Unitalsi, che ogni anno realizziamo qui al
Santuario e che quest’anno e nell’anno prossimo saranno ancora intensificate. Il tutto
si concluderà nel 2013, il 22 settembre, con l’inaugurazione del nuovo Santuario.
(gf)