Nuove sanzioni Ue contro Damasco. Mons. Fitzgerald: dialogo e aiuti umanitari
Con l’89 per cento di sì passa in Siria il referendum sulla nuova Costituzione. L'Onu
però è critica sulla regolarità della consultazione. Intanto i ministri degli esteri
dell’Ue hanno approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro il governo siriano,
ma sul terreno si registrano ancora vittime: 35 secondo gli attivisti solo ad Homs.
Al microfono di Stefano Leszczynski Mons. Michael Fitzgerald, nunzio al Cairo e osservatore
per la Santa Sede presso La Lega Araba, che pochi giorni fa ha preso parte alla conferenza
degli amici della Siria a Tunisi:
R. - La Conferenza
di Tunisi ha dimostrato la preoccupazione del mondo, sulla situazione in Siria. La
cosa evidente è che il governo siriano non era presente: erano presenti i rappresentanti
del Consiglio nazionale siriano - dunque dell’opposizione - ma non il governo. È stato
un incontro di amici del popolo siriano e non dell'attuale governo della Siria. Le
conclusioni sono quelle di assicurare un aiuto umanitario che è molto importante,
perché ci sono tante vittime, di avere una garanzia dallo Stato e dal governo siriano,
e di permettere l’entrata di medici, medicinali e cibo per le persone.
D. -
Questa crisi appare molto diversa da quelle che abbiamo visto nel Mediterraneo. La
comunità internazionale sembra però un po’ spiazzata nel cercare di comprendere come
affrontare questo momento e come aiutare il popolo siriano...
R. - Dunque non
erano presenti a Tunisi né la Russia, né la Cina, le quali hanno posto il veto al
Consiglio di Sicurezza, ma nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, c’era una
grande maggioranza, che ha condannato il governo siriano nel suo atteggiamento di
violenze verso l’opposizione. Dunque, c’era grande solidarietà da parte di molti Paesi
direi, per una soluzione democratica, una soluzione pacifica. Si cerca di evitare
un conflitto, una guerra civile. La decisione di inviare Kofi Annan, come delegato
speciale per vedere se si può negoziare è molto importante. Dunque c’è la volontà
di negoziare; il Consiglio siriano dice che sono pronti a negoziare con elementi del
governo attuali. Dunque, si deve individuare quali siano questi elementi. (bi)