2012-02-27 15:43:28

Nord Nigeria: dopo l’attentato alla chiesa l’arcivescovo di Jos chiede di fermare le rappresaglie


S’infiamma lo scontro tra musulmani e cristiani nel Nord della Nigeria. Sconfortato mons. Ignatius Ayau Kaigama, dichiara: “siamo stati troppo ottimisti” e “dopo un periodo di pace e calma, le bombe sono tornate ad esplodere a Jos”. L’ultima ieri mattina in una Chiesa protestante: un’attacco suicida con un’auto bomba. Tre fedeli morti, più uno dei due attentatori, il secondo sbalzato dal veicolo è stato linciato da alcuni giovani cristiani, che poi per rappresaglia hanno ucciso altri 3 autisti di moto taxi ed incendiato diversi negozi, poco lontano dal luogo dell’attentato. Attentato rivendicato dalla setta Boko Haram, affiliata ad al Qaeda per il Maghreb islamico (Aqmi), che ha già firmato una serie di attacchi specie nel nord della Nigeria, ma che hanno toccato anche Abuja, capitale del più popoloso Paese africano, diviso tra Nord povero a maggioranza musulmana e Sud più ricco, con i cristiani maggioritari. In difficoltà il presidente cristiano Goodluck Jonathan: non sono servite le misure di sicurezza adottate dopo le stragi di matrice islamica. Ed ora la Chiesa nigeriana teme “per il clima di paura, di tensione e di rabbia”, che potrebbe indurre i cristiani a farsi giustizia da soli, o rinfocolare rivalità interne. 8 cristiani sono stati arrestati perché sospettati di voler attaccare una chiesa evangelica. Per questo il vescovo di Jos lancia un appello: “non provocate nessuno e non cedete alla provocazione, compiendo rappresaglie”. Questo è l’insegnamento della Chiesa, “occorre invece permettere alla Legge - sottolinea - di fare il suo corso per bloccare e punire chi commette questi crimini”. Intanto da Strasburgo si levano le voci di Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, e di Mauro, presidente dei deputati italiani, perché la comunità internazionale ponga fine al massacro dei cristiani in Nigeria. (A cura di Roberta Gisotti)RealAudioMP3







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