Messaggio della Pontificia Commissione per l'America Latina per la Giornata Ispanoamericana
“Impegnati con l’America nella Nuova evangelizzazione”: questo il tema della “Giornata
Ispanoamericana” delle diocesi spagnole, che si celebrerà domenica prossima, 4 marzo.
Per l’occasione, il cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione
per l’America Latina, ha redatto un ampio messaggio in cui si legge: “Oggi, la Chiesa
in Spagna e la Chiesa in America affrontano sfide simili. La loro ricca tradizione
cattolica corre il rischio di una graduale erosione”. E qui il porporato cita “la
secolarizzazione che avanza ovunque”, “le ostilità contro la presenza della Chiesa
ed il suo messaggio”, “la corrente edonistica e relativistica della società del consumo”.
In questo contesto, scrive il cardinale Ouellet, “la trasmissione della fede è diventata
un compito arduo. Non basta più fare appello alle radici cristiane”, bensì “bisogna
attualizzare, riformulare e rivitalizzare la tradizione cattolica, radicandola più
profondamente nei cuori delle persone, nella vita delle famiglie e nella cultura dei
popoli, affinché risplenda come bellezza di verità, promessa di felicità e novità
di una vita più umana per tutti”. D’altronde, continua il porporato, oggi “circa l’80%
dei latinoamericani è battezzato e la Chiesa cattolica continua ad essere una delle
istituzioni che suscita maggior fiducia e credibilità nelle popolazioni”. E questo
“è frutto della fecondità della prima evangelizzazione, della profonda inculturazione
della fede nella vita di quei popoli e del radicamento secolare del cristianesimo”.
Tutto ciò, ribadisce il cardinale Ouellet, si riscontra nonostante “le carenze dell’evangelizzazione,
una cura pastorale e catechetica molte volte insufficiente e la scarsità di sacerdoti”.
Poi, il presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina ricorda che l’indipendenza
dei Paesi latinoamericani dalla Spagna, avvenuta in molti casi duecento anni fa, “non
è stata in alcun modo una rottura con la ricchezza che la penisola iberica ha prodotto
nel campo della lingua, della cultura e della religione”. In questo senso, i destini
delle due aree geografiche “sono indissolubilmente uniti”; quindi, continua il porporato,
“bisogna rafforzare la cooperazione spirituale, personale ed economica tra di esse”.
Si tratta di “precisi vincoli sociali di solidarietà, di scambi culturali, di una
comunione e collaborazione più intensa tra le Chiese, di tutto ciò che serve per propagare
e sostenere la trasmissione della fede, come sfida principale della Nuova evangelizzazione”.
Di qui, l’invito del cardinale Ouellet affinché la Chiesa in Spagna intensifichi la
sua opera missionaria in quattro modi diversi: “aprendo il cuore alle famiglie e alle
comunità di immigrati latinoamericani che vivono in Spagna”, le quali, “fedeli alla
tradizione cristiana”, necessitano di “vicinanza colma di carità, di evangelizzazione
e di catechesi”; “riconoscendo il prezioso servizio prestato dalle Università e dagli
Istituti superiori di teologia che, in Spagna, accolgono i sacerdoti latinoamericani”;
“accogliendo i sacerdoti provenienti dall’America Latina”; “rinnovando la memoria
del meraviglioso spettacolo di santità e comunione ecclesiale vissuto durante la Giornata
Mondiale della Gioventù di Madrid”, anche in vista della prossima GMG di Rio de Janeiro,
che si terrà nel 2013, e alla quale “è giunta l’ora di passare il testimone”. Infine,
il cardinale Ouellet si affida all’intercessione della Vergine Maria, “Stella della
Nuova evangelizzazione”, ricordando che, come afferma il Documento finale di Aparecida,
il mondo aspetta di ricevere la Buona Novella “non da evangelizzatori tristi e senza
speranza, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradi il fervore
di coloro che per primi hanno ricevuto la gioia di Cristo e sono disposti a consacrare
la propria vita all’annuncio del Regno di Dio e alla costruzione della Chiesa nel
mondo”. (A cura di Isabella Piro)