Secondo Eurostat gli stipendi italiani sono tra i più bassi in Europa
Gli stipendi in Italia sono tra i più bassi in Europa. A rilevarlo è l’Eurostat, che
fa riferimento a dati del 2009. Una questione che entra a pieno titolo nella trattativa
in corso tra governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Una trattativa
che può finire con l’accordo, afferma il ministro dello Sviluppo economico Passera.
Servizio di Giampiero Guadagni: E’ una settimana importante
quella che si apre domani per il Governo Monti. Domani la Commissione industria del
Senato chiuderà il lavoro sul decreto liberalizzazioni, che approderà in aula. Tra
le misure le norme sull’imposta comunale sugli immobili degli enti non commerciali.
Non abbiamo intenzione di penalizzare il vero no profit, sottolinea il ministro dello
Sviluppo economico Passera. Che in una intervista televisiva interviene anche sull’altro
tema caldo di questi giorni: la riforma del mercato del lavoro. Il premier Monti e
il ministro del Welfare Elsa Fornero insistono nel dire che la riforma si farà anche
senza accordo con le parti sociali. Ma Passera assicura: l’accordo con sindacati e
imprese è l' obiettivo di tutto il governo, che pone tra le sue priorità il ritorno
alla crescita e l'occupazione. Su questa riforma sono puntati i riflettori dell’Europa.
D’altra proprio da Bruxelles l’Eurostat fa sapere che nel 2009 un dipendente di una
azienda italiana di almeno 10 persone ha guadagnato in media l a metà dei colleghi
di Lussemburgo, Olanda e Germania; solo Malta, Slovacchia, Portogallo e Slovenia hanno
buste paga più leggere.
Intanto sulla questione relativa all’Imu sugli immobili
degli enti non commerciali, "preoccupazione per l'incertezza legislativa" è stata
espressa oggi da mons. Michele Pennisi, segretario della commissione Cei per l'Educazione.
“Le scuole cattoliche – ha detto - sono paritarie e quindi svolgono un servizio
pubblico''. ''Se le scuole statali sono esentate perche' svolgono un servizio pubblico
– ha proseguito mons. Pennisi - 'lo devono essere ''anche le scuole cattoliche o di
ispirazione cristiana che lo fanno non per fini di lucro e spesso per le fasce piu'
disagiate''.