In Siria referendum costituzionale bagnato dal sangue
Nuovo bagno di sangue in Siria, nel giorno in cui si vota per il referendum sulla
nuova Costituzione. Decine gli attivisti uccisi dalla violenta repressione governativa,
mentre è fallito il tentativo di un accordo per la Croce Rossa, per far evacuare i
feriti. Il presidente Assad non arretra di un passo: “Vogliamo vincere, siamo noi
i più forti”. Il servizio di Paola Simonetti:
Mentre
a Damasco i siriani hanno votato per la nuova Costituzione, che secondo il governo
dovrebbe introdurre il pluralismo politico, nelle altre zone nevralgiche delle proteste
gli attivisti continuano a morire sotto il fuoco della violenta repressione governativa.
Almeno 22 le vittime di oggi soprattutto ad Homs, bombardata senza sosta dall'artiglieria
del regime. Drammatica la situazione dei feriti per i quali la Croce Rossa ha tentato,
invano, un negoziato per la creazione di un corridoio umanitario di soccorso: “Il
presidente Assad – ha affermato il portavoce dell’organizzazione – è sordo a qualunque
appello di cessate il fuoco”. Incrollabile, dunque, la posizione di Assad, che ha
dichiarato: "Sul terreno siamo noi i più forti. C'e' un attacco dei media contro di
noi, ma vogliamo vincere”. Ancora sconosciuti per ora i dati di affluenza alle urne,
alle quali sono stati chiamati 14 milioni e mezzo di elettori. Solo domani forse si
saprà se l’opposizione ha centrato obiettivo, annunciato, di boicottare il referendum
perchè "macchiato di sangue". Uno dei punti deboli della lotta al regime, secondo
quanto dichiarato dal segretario di Stato americano Hillary Clinton è un’opposizione
ancora non unita, nonostante il Consiglio nazionale stia facendo del suo meglio
.