Il Papa all'Angelus: la Quaresima, momento propizio per rafforzare il nostro rapporto
con Dio
Preghiera, gesti di penitenza e opere di carità fraterna. Così, in Quaresima, si rinnova
il nostro rapporto con Dio. Lo ha detto il Papa, all’Angelus in Piazza San Pietro,
nel giorno in cui in Vaticano cominciano - alle 18.00 presso la Cappella Redemptoris
Mater - gli Esercizi spirituali per la Curia Romana, in preparazione della Pasqua.
Il tema è: “La comunione del cristiano con Dio”; a proporre le meditazioni, fino al
3 marzo, è il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, in Repubblica
Democratica del Congo. Il servizio di Giada Aquilino:
La Quaresima,
momento propizio per rafforzare il nostro rapporto con Dio. Questa la riflessione
di Benedetto XVI, alla recita dell’Angelus. Nella prima domenica di Quaresima, il
Papa ha riflettuto su Gesù che, dopo aver ricevuto il battesimo nel fiume Giordano
da Giovanni il Battista, subisce la tentazione nel deserto, come raccontato nel Vangelo
di Marco: Gesù «nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana». Quindi un
esame dei “diversi significati” di deserto. “Può indicare - ha ricordato il Pontefice
- lo stato di abbandono e di solitudine, il ‘luogo’ della debolezza dell’uomo dove
non vi sono appoggi e sicurezze, dove la tentazione si fa più forte”. Ma al contempo,
ha proseguito, “può indicare anche un luogo di rifugio e di riparo”, come nel caso
del popolo di Israele scampato alla schiavitù egiziana: lì, ha detto il Papa, “si
può sperimentare in modo particolare la presenza di Dio”. Proprio come il Signore
che - ha spiegato Benedetto XVI, citando San Leone Magno - “ha voluto subire l’attacco
del tentatore per difenderci con il suo aiuto e per istruirci col suo esempio”.
Da
qui un insegnamento, che leggiamo nel Libro dell’Imitazione di Cristo: l’uomo “non
è mai del tutto esente dalla tentazione finché vive”, ma è “con la pazienza e con
la vera umiltà che diventeremo più forti di ogni nemico”:
“La pazienza e
l’umiltà di seguire ogni giorno il Signore, imparando a costruire la nostra vita non
al di fuori di Lui o come se non esistesse, ma in Lui e con Lui, perché è la fonte
della vera vita. La tentazione di rimuovere Dio, di mettere ordine da soli in se stessi
e nel mondo contando solo sulle proprie capacità, è sempre presente nella storia dell’uomo”.
Poi
in Gesù “accade qualcosa di nuovo”, proclama - ha spiegato il Santo Padre - che “il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”: Dio si rivolge all’uomo “in modo inaspettato”,
“con una vicinanza unica concreta, piena di amore”; si incarna ed entra nel mondo
dell’uomo “per prendere su di sé il peccato, per vincere il male e riportare l’uomo
nel mondo di Dio”. Ma questo annuncio - ha proseguito il Papa - è accompagnato dalla
richiesta di corrispondere ad un dono così grande:
“Gesù, infatti, aggiunge:
‘convertitevi e credete nel Vangelo’; è l’invito ad avere fede in Dio e a convertire
ogni giorno la nostra vita alla sua volontà, orientando al bene ogni nostra azione
e pensiero. Il tempo della Quaresima è il momento propizio per rinnovare e rendere
più saldo il nostro rapporto con Dio, attraverso la preghiera quotidiana, i gesti
di penitenza, le opere di carità fraterna”.
Il Pontefice, pregando per
il cammino quaresimale appena cominciato, ha poi ricordato ai fedeli che iniziano
oggi in Vaticano gli Esercizi spirituali:
“Affido, inoltre, alla vostra
preghiera la settimana di Esercizi spirituali che questa sera inizierò con i miei
Collaboratori della Curia Romana”.
Nei saluti finali nelle varie lingue,
il Santo Padre ha ancora esortato in questo tempo penitenziale pasquale a pregare,
“alla conversione per raggiungere una più profonda conoscenza di Gesù”, a “fare penitenza
e a cambiare vita”, con gesti di misericordia, perdono e riconciliazione.