Laos: confiscata una chiesa. Cristiani definiti "nemici"
I funzionari locali del distretto di Saybulim, nella provincia di Savannakhet, hanno
confiscato un chiesa nel villaggio di Kengweng. La confisca è avvenuto il 22 febbraio
scorso, al termine di un “seminario di formazione” condotto dagli stessi funzionari
del partito comunista, denominato “I trucchi del nemico”, dedicato a svelare “le manovre
dei cristiani”. E’ quanto l’agenzia Fides apprende dalla Ong “Human Rights Watch for
Lao Religious Freedom” (Hrwlrf), che nota come la confisca della chiesa a Kengweng
abbia avuto luogo due mesi dopo la confisca di un’altra chiesa a Nadaeng, nello stesso
distretto. Se i cristiani vorranno ricominciare a utilizzare l’edificio, dovranno
presentare formale richiesta scritta alle autorità del villaggio, del distretto e
della provincia, ottenendo l’approvazione da ciascuno dei tre livelli. La chiesa nel
villaggio di Kengweng è stata costruita nel 1972 da due famiglie cristiane del Laos
ed è stata usata per il culto fino ad oggi. Nel villaggio vivono 25 famiglie cristiane,
in tutto 178 fedeli. Attualmente esistono una trentina fra chiese e edifici di culto
nella provincia di Savannakhet, ma solo sette di questi sono riconosciuti dalle autorità,
e i rimanenti sono considerati illegali. Dopo il sequestro delle chiese di Kengweng
e Nadaeng “altri ventidue edifici cristiani sono a rischio di confisca e chiusura”,
nota Hrwlrf. “Anche se la libertà di praticare il proprio culto religioso è scritta
nella Costituzione, anche se il Paese ha firmato e ratificato la Convenzione internazionale
sui diritti civili e politici, le autorità si rifiutano di riconoscere l'esistenza
dei cristiani e le chiese nella provincia di Savannakhet”, nota l’Ong, invocando la
restituzione dell’edificio e il godimento della libertà religiosa per i cristiani
laotiani. (R.P.)