2012-02-24 12:53:00

Sentenza europea sui respingimenti. Mons. Perego: difendere i diritti prima dei confini


L’Italia ha violato l’articolo 3 della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, perché attuando la politica dei respingimenti verso la Libia ha esposto i rifugiati respinti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea, ed è equivalso ad una espulsione collettiva. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che, accogliendo il riscorso di 11 somali e 13 eritrei respinti nel 2009, ha condannato l’Italia a versare un risarcimento di 15 mila euro ciascuno ai ricorrenti, più le spese legali. ''Alla luce dell'analisi di questa sentenza prenderemo decisioni per quanto riguarda il futuro'' è stato il commento del premier italiano Mario Monti. Strasburgo "ci farà ripensare la nostra politica nei confronti dell'immigrazione", ha detto il ministro della Cooperazione e Sviluppo, Andrea Riccardi. Critico l’ex ministro dell’Interno, il leghista Maroni, per il quale si tratta di una sentenza politica. Francesca Sabatinelli ha intervistato mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes della Cei:RealAudioMP3

R. – Già nel momento in cui – nel 2009 – erano capitati questi ed altri respingimenti, insieme ad altre organizzazioni avevamo sollecitato questo tipo di intervento, condannando anche in quell’occasione ciò che stava avvenendo e che poi ha interessato più di mille persone. Quindi, questa sentenza la salutiamo come effettivamente un’occasione e uno strumento in più per riaffermare ciò che già affermava la Convenzione europea dei diritti umani in tema di protezione internazionale.

D. – Mons. Perego, la sentenza della Corte di Strasburgo è un importante richiamo per la politica italiana e per l’Unione Europea in generale…

R. – Certamente: va nelle due direzioni. Va anche nella direzione di costruire effettivamente un Mare Mediterraneo come un mare comune al cui centro ci sia la tutela dei diritti prima che dei confini, e quindi con quell’attenzione anche a costruire, in momenti di emergenza che sono ancora di grande attualità, forme e canali umanitari per tutelare i profughi che provengono non solo dal Nord Africa ma anche dal Corno d’Africa e dal Centro Africa.

D. – Quindi a suo giudizio, adesso la politica d’immigrazione italiana dovrà mostrarsi più sensibile?

R. – Certamente quel criterio di sicurezza dei confini che aveva portato a questi respingimenti, e che in questa sentenza vengono paragonati a vere e proprie espulsioni, porta con sé la necessità di riorganizzare ogni servizio, ogni forma di presidio dei confini con una maggiore attenzione alla tutela dei profughi e con una assoluta attenzione a non essere complici di mancanza di protezione internazionale tutte le volte che si rimane in un Paese che non protegge profughi e rifugiati, persone che sono in cammino o in fuga.

D. – Quindi, Migrantes non può che esprimere la sua soddisfazione?

R. – Siamo contenti di questa sentenza, soprattutto perché questa sentenza aiuta a costruire effettivamente un’Europa sociale, un’Europa al cui centro ci sia la tutela dei diritti umani, soprattutto dei più deboli. E oggi, in questo contesto, la tutela internazionale in atto, la tutela dei richiedenti asilo e dei rifugiati è certamente un segno molto importante di rispetto dei diritti umani. Diciamo che è l’occasione anche per ricordare che questi respingimenti hanno generato centinaia di morti in questi due anni e quindi è un’occasione in più per ricordare il dramma della morte legata anche ai respingimenti e alle espulsioni. (gf)







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