2012-02-24 15:27:23

Presidenziali in Senegal: il cardinale Sarr auspica elezioni pacifiche e regolari


Vigilia elettorale di grave tensione in Senegal. L’opposizione al presidente Abdoulaye Wade denuncia il rischio che quelle del 26 febbraio siano elezioni non libere e regolari. Contestata anche la modifica costituzionale che consente al capo di Stato uscente di ripresentarsi per un terzo mandato, mentre al popolare musicista pop, Youssou N’Dour, rimasto ferito in una recente manifestazione di piazza, la Corte Suprema ha impedito di concorrere per l’alta carica, a causa di irregolarità nella presentazione della sua candidatura. In molti, chiedono addirittura un rinvio delle consultazioni. Probabile una mediazione tra le parti della Nigeria. Saranno comunque almeno tremila gli osservatori, nazionali ed esteri, chiamati a controllare il corretto andamento di votazioni e scrutini. Sulla situazione, che si sta vivendo nell’ex colonia francese, Giancarlo La Vella ha intervistato l’arcivescovo di Dakar, il cardinale Theodore Adrien Sarr:RealAudioMP3

D. – Riguardo alle elezioni, qual è la situazione in Senegal?

R. – La situation est très difficile, actuellement: c’est très tendue …La situazione, attualmente, è molto difficile, c’è molta tensione. Cerchiamo di fare il possibile per abbassare la tensione e perché la pace torni negli animi e nei cuori, ma sarà molto, molto difficile. Cerchiamo ancora di incontrare le persone e di parlare, ma non è facile e l’ottimismo, oggi, non è all’ordine del giorno.

D. – La popolazione come sta vivendo questo momento?

R. – La population est divisé … On ne peut pas nier que le président a des …
La popolazione è divisa … Non si può negare che il presidente abbia una parte della cittadinanza che sostiene la sua candidatura e che voterà per lui, ma c’è anche un’altra parte, altrettanto importante, che è contraria alla sua candidatura. Questi sono attualmente i due schieramenti. Non è facile dire, in questo momento, quale dei due sia più numeroso o più forte, ma è evidente che la parte della popolazione che si oppone alla sua candidatura è importante. Non sono in grado di valutare, se questa sia prevalente. Soltanto elezioni oneste e regolari potranno dimostrare chi detiene la maggioranza.

D. – C’è una possibilità che le parti si accordino?

R. – Oui, nous essayons de voir s’il y avait encore moyen que les responsables …
Sì, noi continuiamo nel nostro tentativo di fare incontrare i responsabili politici, anche in questi giorni, per dare inizio ad un dialogo che consenta almeno di tentare di uscire dalla crisi. Noi lo chiederemo con forza, anche se non è detto che la nostra richiesta sarà accolta. La speranza è che si apra un confronto tra i diversi partiti politici, o meglio, tra i diversi responsabili politici, affinché loro stessi, insieme e magari con l’aiuto di osservatori esterni aiutino a trovare una via d’uscita. E’ necessario che il dialogo si apra subito, oggi stesso.

D. – In questo momento così difficile, qual è il ruolo della Chiesa?

R. – Le rôle de l’Eglise … l’Eglise avait déjà fait une déclaration le 11 janvier, …
Il ruolo della Chiesa era stato reso noto già l’11 gennaio scorso in un messaggio dei vescovi del Paese, nel quale si chiedeva di fare il possibile, affinché le elezioni si potessero svolgere in modo trasparente, chiaro e libero, perché i risultati non potessero essere contestati. Avevamo poi anche lanciato un appello a tutti, ai leader religiosi, agli uomini politici, alla società civile, ai giornalisti, perché tutti contribuissero alla pace attraverso elezioni pacifiche e regolari. Tutto questo sembra non essere stato ascoltato. Nello stesso messaggio avevamo anche affermato la necessità di rispettare la Costituzione nel suo spirito e nella sua lettera. In ogni caso, la Chiesa è presente. Ieri abbiamo avuto un incontro con il presidente. Farò un’ulteriore dichiarazione a nome dei vescovi, per ricordare quanto sia assolutamente necessario un dialogo che ci aiuti a trovare il modo di uscire dalla crisi. La Chiesa può parlare, può tentare di prendere delle iniziative, ma se poi non è ascoltata, non sarà colpa sua. (gf)







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