India: Campagna delle religiose-medico contro feticidi e infanticidi femminili
Una campagna di sensibilizzazione contro i feticidi e gli infanticidi femminili. A
lanciarla è il Sisters Doctors Forum of India (Sdfi) che riunisce le 650 religiose
che svolgono la professione medica in India. L’iniziativa – riferisce l’agenzia Ucan
- è stata illustrata nei giorni scorsi a una riunione a Mangalore alla quale è intervenuto,
tra gli altri, mons. Vincent Concessao, arcivescovo di Delhi e presidente della Commissione
per la pastorale sanitaria della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Intitolata
“Let the Girl Child Live” (“Lasciate vivere la bambina”), la campagna si propone di
richiamare l’attenzione di autorità e opinione pubblica su un fenomeno non solo intollerabile
sotto il profilo morale, ma che sta assumendo, in India come in altri Paesi asiatici,
dimensioni drammatiche tali da incidere sui futuri equilibri demografici nel Paese
con pesanti conseguenze anche sulla stabilità sociale. Tra queste, ha rilevato la
presidente della Sdfi suor Lucian, l’aumento della criminalità. Secondo alcune stime,
sarebbero 39 milioni le donne che mancano all’appello in India di cui 10 milioni sono
state eliminate negli ultimi 20 anni: “Le neonate vengono gettate nelle fogne e nelle
foreste e una bambina su 25 non nate è stata abortita”, ha detto la religiosa, mentre
tre milioni di bambine non raggiungono il 15.mo anno di età. La campagna delle religiose
indiane, che culminerà l’8 marzo, Festa internazionale della donna, prevede seminari,
proiezioni di film e di documentari per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità
di proteggere le bambine, ma anche per promuovere un’immagine più positiva della donna
nella società. “Il nostro obiettivo – ha spiegato suor Lucian - è di migliorare il
rapporto tra numero di nascite maschili e femminili a favore di queste ultime e quindi
eliminare gli aborti selettivi” . I feticidi e gli infanticidi femminili stanno alterando
la composizione demografica non solo in India, ma in tutta l’Asia, dove la pratica
è molto diffusa a causa di antichi retaggi culturali. Secondo i dati raccolti dalla
Divisione Popolazione dell’Onu (Unpd) e dal U.S. Census Bureau’s International Programs
Center (Ipc), le due maggiori organizzazioni che si occupano di controllare e registrare
le tendenze di crescita della popolazione mondiale, a detenere il primato sono l’India
e la Cina con un indice medio del rapporto tra numero di nascite maschili e femminili
(sex ratio) di 120. Il limite oltre il quale si parla di sex ratio innaturale è di
105. (L.Z.)