Ancora tensione diplomatica tra Italia e India. La Chiesa tenta una mediazione
In India continuano le proteste contro l’Italia per l’uccisione dei due pescatori
indiani, scambiati per pirati, ma le autorità indiane non hanno ancora esibito nessuna
prova sulle responsabilità dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che continuano
a ribadire la loro innocenza. Per affrontare la situazione parte oggi per l’India
il sottosegretario Staffan De Mistura. Il servizio di Maurizio Salvi:
New Delhi e
Roma non trovano un terreno di dialogo sul principio giuridico alla base delle indagini.
L’India ha applicato il suo codice penale che estende la territorialità a navi o aerei
registrati in India, dovunque si trovino al momento di un pregiudizio ad un cittadino
indiano, e quindi anche al peschereccio colpito. Tesi contestata dall’Italia, che
considera la petroliera incriminata suo territorio e chiede l’applicazione del diritto
internazionale, visto che l’incidente è avvenuto fuori dalle acque territoriali dell’India.
In questa fase di stallo, si inserisce con speranza l’annuncio della volontà di realizzare
una mediazione tra le parti fatta dal cardinale indiano George Alencherry, arcivescovo
maggiore della Chiesa siro-malabarese in Kerala. Il porporato ha dichiarato all’agenzia
Fides di avere preso contatto con i ministri cattolici del Kerala, assicurando il
suo costante interessamento finché il caso non sarà pacificamente chiarito e risolto.