2012-02-20 14:35:54

Somalia, fiducia nella Conferenza di Londra. Mons. Bertin: c'è bisogno che rinasca lo Stato


La Somalia diventerà uno Stato federale con capitale Mogadiscio. E’ uno dei punti dell’accordo siglato dai leader dello Stato africano per riformare il parlamento e mettere fine a una crisi politica che dura da vent'anni. Il piano giunge a quattro giorni dalla Conferenza internazionale di Londra. A mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico a Mogadiscio, Stefano Leszczynski ha chiesto se la Somalia riuscirà a dotarsi di un nuovo apparato istituzionale:RealAudioMP3

R. – E’ senz’altro l’aspirazione di un po’ tutti, qui nel Corno d’Africa. Io stesso ho fatto un giro tre settimane fa a New York per incontrare diversi rappresentanti alle Nazioni Unite e la settimana scorsa ero a Roma per un altro incontro… Abbiamo scritto una lettera nella quale il primo punto era quello di un maggior coinvolgimento della comunità internazionale per aiutare il processo di rinascita delle istituzioni statali in Somalia. Questo rappresenta il desiderio di tutti e della comunità internazionale, perché non ci si è resi conto che se il dramma della siccità è particolarmente intenso in Somalia è a causa non tanto della mancanza d’acqua, che certamente ha contribuito, ma della mancanza di istituzioni, della mancanza dello Stato da più di 21 anni.

D. – Tuttavia, dai negoziati che sono stati posti in essere in questi giorni non tutte quante le parti della Somalia sono state coinvolte. E' un problema questo, secondo lei?

R. – Non è un problema di per sé perché, in effetti, ci sono diverse situazioni che noi conoscevamo: la situazione del Somaliland è diversa da quella del Puntland e quella del Puntland è diversa, per esempio, da quella del Galmudug … Il movimento riguarda soprattutto il centro-sud della Somalia, che è rimasto quello più insicuro e più instabile da 21 anni.

D. – Quanto è positivo il fatto che la comunità internazionale cerchi finalmente di interessarsi della Somalia con un impegno politico forte?

R. – Certamente, è importante da parte della comunità internazionale rendersi conto di quello che succede in Somalia, anche perché la comunità internazionale è stata toccata direttamente dal problema della pirateria nell’Oceano indiano e quindi è anche nel suo interesse che la Somalia si ristabilisca. Io ho sempre detto che la soluzione del problema pirateria non è sul mare, ma sulla terra. Spero che la comunità internazionale sia capace di essere unita, di fare fronte comune davanti alle divisioni presenti tra le varie parti della Somalia. (bf)







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