Si chiude Sanremo. Per il massmediologo Taggi troppa volgarità e poco spazio alle
canzoni
Stasera serata finale del Festival: torna Adriano Celentano. Dopo l'invito, dai toni
molto fermi, del Dg Rai Lorenza Lei a seguire ''buon senso e correttezza'', l’intervento
sara' contingentato a mezz'ora. Gianmarco Mazzi, direttore artistico del Festival
del Festival, ha detto di considerare concluso questo suo percorso. Luca Collodi
ha sentito Paolo Taggi, autore televisivo ed esperto di comunicazione:
R. – Ogni programma
televisivo ha bisogno di un punto di domanda finale e di solito in un concorso musicale
la domanda è: quale sarà la canzone vincitrice? Quest’anno la domanda è diventata,
invece, cosa farà Celentano? Questo secondo me è il primo elemento di riflessione.
Questo è molto sbagliato, al di là dei contenuti, ed è proprio una faccenda strutturale:
la domanda principale di un Festival non può essere che cosa dirà un ospite. Ma questo
perché avviene? Avviene per la debolezza che spesso la canzone ha in televisione,
a meno che venga – come si usa dire – stressata in meccanismi come i talent, dove
però non è la canzone protagonista, protagonisti sono i vissuti, le speranze, le paure….
In un concorso come quello di quest’anno, dove - secondo me - non ci sono canzoni
così forti, credo che quest’operazione tecnica sia un’operazione molto discutibile
e che ha poi travalicato per molti motivi. Dice anche un’altra cosa, dice che quest’anno
il Festival era molto debole e il trucco, secondo me, è stato creare questo pandemonio
per non dichiarare una debolezza strutturale, perché c’è un conduttore che è lo stesso
dell’anno scorso, i comici sono inferiori, le donne compartecipanti erano superiori
l’anno scorso e i cantanti sono meno forti e il trucco è stato quello di creare una
distrazione.
D. – Altro elemento la conduzione: un buon Gianni Morandi, ma
spesso che gli stava intorno ha ecceduto, forse, in volgarità spesso gratuita…
R.
– Gratuita e condannabile, secondo me, sotto tutti i punti di vista. Credo che la
volgarità sia diversa della provocazione, sia diversa dal cumulo emotivo… Io ho notato
un uso eccessivo, anche a livello di linguaggio. Mi domando come si fa a dire ai propri
figli che guardano Sanremo di non dire certe parole, quando vengono accreditate da
comici come “I soliti idioti”, reiterate… Credo che questo sia un problema veramente
grave. Poi si può obiettare: io già so l’obiezione quale sarà e cioè è il riflesso
della società, la tv è una spugna e riflette la società. La Tv non solo riflette la
società, ma credo che la debba anche migliorare. E’ un momento di degrado! In questo
momento il degrado si inserisce un festival allo sbando.
D. – Altro elemento,
l’esposizione della femminilità: anche in questo caso c’è stata una volgarità nell’affondare
proprio nel nudo femminile…
R. – Diciamo che è un Festival di scorciatoie!
Si sono usate tutte le procedure abbreviate per arrivare al risultato. (mg)