Corsi di istruzione per facilitare l'integrazione della comunità cinese a Milano:
l'esperienza di don Liù
A Milano, dal 2008, esiste una realtà ecclesiale particolarmente impegnata a favore
dell’integrazione della comunità cinese. E’ la parrocchia della Santissima Trinità,
a poca distanza da quella via Paolo Sarpi, dove nel 2007 si verificarono pesanti scontri.
Tra coloro che si impegnano a favore della convivenza tra le comunità, c’è don
Domenico Liu, fino a pochi mesi fa cappellano per i fedeli di lingua cinese. Davide
Maggiore ha raccolto la sua testimonianza:
R. – Io sono
arrivato a Milano nel luglio del 2008 e il rapporto fra italiani e cinesi era caratterizzato
da un clima pesante. C’erano lamentale da ambedue le parti: alcuni milanesi pensavano
che i cinesi non rispettassero certe regole, come nel caso delle attività commerciali.
Da parte loro, molti cinesi sentivano di essere poco compresi dagli italiani e questo
anche per la loro scarsa conoscenza della lingua. A causa poi della crisi economica
italiana, la situazione degli immigranti cinesi sta cambiando: è aumentato sensibilmente
il disagio sociale e tante fabbriche cinesi sono state chiuse, cosicché la maggior
parte degli operai, non parlando l’italiano, è disoccupata.
D. – In che modo
si è cercato di lavorare, attraverso la parrocchia, in favore dell’integrazione, della
convivenza e di migliori condizioni degli immigrati cinesi?
R. – La maggiore
difficoltà dei cinesi sta nella lingua: sono nati così corsi di lingua italiana gratuiti
e questo proprio per cercare di migliorare e sviluppare l’integrazione. Nel 2011,
abbiamo avuto circa 400 iscritti. Oltre ai corsi di lingua italiana, facciamo anche
un corso di integrazione: invitiamo alcuni specialisti italiani per cercare di dare
informazioni sulla vita in Italia, dei medici per cercare di spiegare la prassi sanitaria,
avvocati per approfondire i temi relativi alla legge italiana. Invitiamo pure persone
del servizio di nettezza urbana per spiegare le regole e la raccolta differenziata
dei rifiuti. Inoltre, offriamo servizi a coloro che sono da poco in Italia e non riescono
a inserirsi. In seguito ad alcune richieste da parte di italiani, che volevano conoscere
ed approfondire meglio la cultura cinese, abbiamo organizzato anche dei corsi gratuiti
di lingua cinese e l’anno scorso abbiamo avuto circa 70 iscritti.
D. – Come
si inseriscono queste attività all’interno della missione cristiana di annunciare
il Vangelo?
R. – Io penso che dietro tutto queste attività che stiamo realizzando
ci siano due caratteristiche importanti: la gratuità e la disponibilità di andare
verso i più bisognosi. Da questo nasce un’autentica testimonianza dell’amore di Dio.
Non vogliamo mai fare proselitismo, ma facciamo tutte queste attività caritative solamente
perché vogliamo condividere gratuitamente con gli altri ciò che abbiamo ricevuto gratuitamente
dall’amore di Dio, affinché la gente cominci a incontrare spontaneamente e personalmente
la presenza e l’amore di Dio. E magari, poi, vengono in chiesa a frequentare il catechismo
e chiedono il Battesimo.
D. – Secondo lei, si tratta di esperienze che è possibile
ripetere anche in altre città italiane, dove esistono forti comunità cinesi?
R.
– Nonostante questa sia un’esperienza personale, da me vissuta a Milano, credo ci
siano tanti elementi molto simili tra le varie comunità cinesi in Italia. Spero, allora,
che l’esperienza di Milano possa essere utile come riferimento, come testimonianza.
(mg)