Vescovi Africa-Europa: Messaggio finale sulle sfide del mondo
Urbanizzazione, materialismo, migrazioni, proliferazione delle sette e sfruttamenti
abusivi del suolo e del sottosuolo. Sono queste “le sfide del mondo” che i vescovi
d’Africa e d’Europa vogliono affrontare “per servire meglio gli uomini e le donne
che vivono nei nostri continenti”. Sono elencate nel Messaggio - riportato dall'agenzia
Sir - che i vescovi africani ed europei rivolgono “ai fedeli cristiani e agli uomini
di buona volontà” al termine del simposio che si è concluso oggi, che i presuli dei
due continenti hanno avuto a Roma sul tema della nuova evangelizzazione. “Stiamo vivendo
l‘esperienza senza precedenti, particolarmente nell‘emisfero Nord - scrivono i vescovi
-, di un rifiuto di Dio o di un‘indifferenza crescente”. “Sappiamo però che, al di
là di tutte le culture, l‘uomo e la donna hanno un‘esperienza comune nel loro cuore,
in Africa così come in Europa: sono abitati dal desiderio di amare, di essere amati
e di dare la vita”. I vescovi si dicono poi disponibili ad essere “attenti alle sfide
del mondo”. La prima sfida indicata nel messaggio è quella dell’urbanizzazione che
a detta dei presuli moltiplica “le delusioni, le solitudini e le miserie”: “Dobbiamo
imparare il linguaggio dell‘uomo della città per promuovere una vera vita comunitaria
che favorisca l‘accoglienza delle domande dell‘uomo sradicato”. C’è poi la sfide del
“materialismo. L‘esca del denaro - scrivono i vescovi - genera nuove forme di egoismo
che allontanano dalla solidarietà e dalla ricerca del bene comune”. Nel Messaggio
si parla anche delle “migrazioni”: “costituiscono anch’esse una sfida e pongono molti
interrogativi alle nostre società. Possono provocare squilibri sociali e paure”. A
questo proposito i presuli indicano una prospettiva: “Una vera pastorale dei migranti
impegna le nostre Chiese ad essere segno della fraternità in Cristo: ‘Ero forestiero
e mi avete accolto’”. I vescovi si dicono inoltre preoccupati per la proliferazione
delle sette: “Dobbiamo interrogarci sul nostro linguaggio talvolta complesso e troppo
astratto. Dobbiamo osare di più nell‘annuncio di Gesù Cristo, chiamando ad un‘adesione
di fede personale e comunitaria”. Infine un allarme ed un appello contro “gli sfruttamenti
abusivi del suolo e del sottosuolo” che vengono perpetrati anche “a prezzo di numerose
corruzioni, con le violenze, o addirittura le guerre”. “E’ importante impostare le
cose in modo da agire insieme, presso i governanti, per avere una parola comune in
vista di una maggiore giustizia”. Il Messaggio si conclude con la garanzia di un impegno
preso e condiviso: ”Vogliamo essere presenti all‘appuntamento con le sfide del nostro
mondo, in primo luogo con le nostre conversioni personali e con la messa in atto delle
trasformazioni necessarie per servire meglio gli uomini e le donne che vivono nei
nostri continenti”. (R.P.)