L'associazione Dossetti sui pronto soccorso romani: "una situazione da Terzo Mondo,
Polverini si muova"
“La guardia va tenuta altissima. In sanità, dove circolano molti soldi, ci vuole la
fermezza più assoluta”. Ad affermarlo e' il ministro della Salute, Renato Balduzzi.
Intanto, il primario di chirurgia generale e d'urgenza dell'ospedale San Camillo
di Roma, Donato Antonellis, smentisce di esser stato sospeso dopo alcune denunce dei
pazienti. Ieri, lo ricordiamo, la procura di Roma ha deciso una ricognizione in tutti
i pronto soccorso della Capitale per verificare eventuali carenze. Alessandro Guarasci
ha intervistato il professor Corrado Stillo dell'Osservatorio per la Tutela
e lo Sviluppo dei Diritti dell'associazione “Dossetti”
R. – La situazione
che viene rappresentata oggi era già presente quest’autunno. Noi abbiamo reso noto
le nostre osservazioni e abbiamo visto l’indecorosa situazione in cui si trovano i
malati, soprattutto le persone più fragili, anziane o chi accede al pronto soccorso.
E questo è il frutto della politica dei tagli, politica che non tiene conto minimamente
delle storie, delle vite, della dignità delle persone. Non ci sorprende quindi aver
visto quelle fotografie sui giornali, e non ci sorprende che Roma offra all’Italia
e al mondo una situazione che ricorda più i Paesi del Terzo Mondo che non l’Europa
occidentale dell’euro. Da ottobre non è cambiato nulla: soltanto chiacchiere e parole;
i privilegi nella Regione Lazio sono continuati ad aumentare e gli stanziamenti per
i diritti dei malati, il diritto alla salute, sono stati ulteriormente ridotti. Noi
chiediamo a chi ha la responsabilità di amministrare la Regione di curarsi della salute,
di curarsi della vita e delle persone, perché chi ha il compito di amministrare deve
anche farsi carico dei problemi che ci sono. Ignorare, far finta di nulla, essere
ciechi, sordi e muti vuol dire dare ancora schiaffi alla gente che sta male e a coloro
che attendono invece una risposta concreta dalle istituzioni. Noi stiamo pagando il
prezzo della chiusura di molti reparti ospedalieri; stiamo pagando anche la riduzione
dei posti letto, la chiusura del San Giacomo, la chiusura degli altri pronto soccorso
– non dimentichiamo che il pronto soccorso del Sant’Eugenio è chiuso in questo periodo
– stiamo pagando quindi un pressapochismo che nella Regione Lazio ha toccato livelli
non raggiunti e non raggiungibili, credo, da altre regioni.
D. – Eppure ricordiamolo,
i cittadini del Lazio attualmente pagano le tasse più elevate in Italia, anche per
rientrare del deficit sanitario...
R. – Certo, ieri la presidente Polverini,
nel corso di una trasmissione televisiva, ha detto che tutto ciò è frutto delle persone
che rubano. Bene, allora perché non denunciare alla Magistratura chi ruba? Non è giusto
che poi i cittadini paghino le ruberie e le colpe di molti, che da decenni si sono
succeduti alla guida della Regione Lazio. Allora se la presidente Polverini non è
in grado di gestire ed amministrare la sanità della Regione Lazio si dimetta, lasci
il campo ad altri.
D. – Lei ritiene che la situazione sia particolarmente grave
al Centro-Sud e, comunque, al Nord vada un po’ meglio? L’Italia è sempre spaccata
in due?
R. – Sì, io credo che al Nord gli accessi al pronto soccorso possano
essere meno traumatici di quella che è la situazione di Roma. Anche nel Sud la situazione
è grave. In carenza di risorse finanziarie ed economiche si possono adeguare alcuni
standard di qualità. Ignorare il tutto chiaramente dimostra l’inadeguatezza di una
classe politica, che non cura per niente gli interessi dei cittadini. (ap)