America Latina: il dramma delle carceri superaffollate
L’incendio che il 15 febbraio ha devastato il carcere di Comayagua, in Honduras, provocando
centinaia di morti e decine di feriti ha messo in luce la triste situazione delle
carceri sovraffollate in America Latina. Su questo fenomeno tra l'altro diffuso in
molti Paesi del mondo, non manca l’impegno della Chiesa per assistere i detenuti e
sollecitare le autorità a risolvere i problemi più urgenti. In Cile la Chiesa in diverse
occasioni ha denunciato questa drammatica realtà: nel dicembre 2010, 81 carcerati
perdevano la vita in una ribellione scaturita dal forte sovraffollamento. In Venezuela,
alla fine di luglio 2011, il cardinale Urosa ha chiesto al Ministro Iris Varela di
adottare provvedimenti atti a migliorare le condizioni di vita degli oltre 49 mila
carcerati del Paese. Per diversi mesi il cardinale Urosa ed i vescovi del Venezuela
avevano lanciato appelli per risolvere la situazione delle carceri nazionali, soprattutto
dopo i terribili atti di violenza verificatisi a giugno 2011 nel carcere “Internado
Judicial Capital El Rodeo I" a Guatire, nello Stato di Miranda. “Si devono costruire
nuove carceri. Bisogna affrontare integralmente e con urgenza questo problema. Non
è possibile che le prigioni siano come sono ora, controllate dai prigionieri più violenti”
ha affermato il cardinale Urosa, ribadendo quanto aveva già detto in precedenza: “Soltanto
con modifiche efficaci al sistema carcerario il Paese potrà risolvere questo problema”.
In Messico, la Chiesa cattolica lavora in 482 delle 489 carceri del Paese, dove ci
sono più di 220 mila prigionieri e dove più di 4000 operatori pastorali realizzano
delle visite almeno una volta alla settimana. In alcune carceri manca la presenza
della Chiesa cattolica solo perché le autorità presentano difficoltà trattandosi di
carceri di massima sicurezza. A volte ci sono state tensioni fra la Chiesa e le autorità
responsabili, come quando ad un vescovo è stato vietato di entrare in un carcere dello
Stato perchè aveva osato dire che gli animali dello zoo erano nutriti meglio dei prigionieri
della sua diocesi. Come risposta, il governatore non lo ha lasciato entrare in nessuna
prigione per tre anni. In Colombia, secondo le ultime statistiche dell'Istituto nazionale
penitenziario e delle carceri (Inepc), le infrastrutture penitenziarie del Paese hanno
una capacità di 72.785 prigionieri ma attualmente ne ospitano circa 91 mila. Il problema
del sovraffollamento delle carceri è stato anche uno dei temi affrontati all'Incontro
regionale del Centro di pastorale delle carceri nel 2011. In El Salvador, 23 giovani
detenuti sono morti in un incendio nel novembre 2010. La Chiesa in El Salvador aveva
già manifestato in passato la sua preoccupazione sulla situazione delle carceri nel
Paese. Il carcere di Ilobasco, dove si è verificato l’incendio, è un centro penitenziario
per giovani maggiori di 18 anni condannati quando erano minorenni e che non possono
scontare la pena nelle carceri degli adulti. Infatti le vittime dell'incendio avevano
tra i 19 ed i 25 anni. Secondo dati diffusi dai mass media, il sistema carcerario
in El Salvador conta 15.207 detenuti condannati. Di questi 14.280 sono uomini e 927
donne. Sotto processo, in attesa di sentenza definitiva, sono 8.324 (7.073 uomini
e 1.251 donne). (R.P.)