Terra Santa: padre Pizzaballa chiede un gesto concreto di carità per i cristiani siriani
“Un gesto concreto per sostenere i numerosi cristiani siriani e le opere di carità
della Custodia di Terra Santa”: a chiederlo è il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista
Pizzaballa che all'agenzia Sir parla di un “Paese in grave difficoltà economica e
sociale segnato da violenze che gettano lunghe ombre sul suo futuro e sulla reale
possibilità di trovare una soluzione alla crisi interna in atto”. In questo contesto
di grande tensione, in cui “il conflitto sembra assumere le caratteristiche di guerra
civile - spiega il Custode - i francescani, insieme a pochi altri esponenti della
chiesa latina, sono impegnati a sostenere i bisogni della popolazione cristiana locale.
La Custodia, infatti - riferisce l'agenzia Sir - è presente in diverse zone del Paese:
Damasco, Aleppo, Lattakiah, Oronte”. L’appello alla solidarietà per la Siria di padre
Pizzaballa, lanciato attraverso “Ats pro Terra Sancta” l’onlus della Custodia, giunge,
“in un momento di totale confusione e smarrimento, molte aziende, soprattutto d’import-export,
hanno chiuso i battenti. Delle migliaia di turisti, che alimentavano una moderna e
florida industria, con un indotto di centinaia di posti lavoro nel settore dei trasporti,
alberghiero, servizi, non rimane alcuna traccia. I produttori agricoli sono in grave
difficoltà. L’embargo internazionale impedisce ogni possibilità di esportazione e
i prezzi sono crollati. Le fasce più deboli sono colpite in modo ineludibile e subiscono
la mancanza di approvvigionamento energetico e di acqua. Nelle grandi città la corrente
elettrica manca per diverse ore ogni giorno, se non del tutto; il gasolio è razionato.
Tutto ciò crea enormi disagi alla popolazione, costretta ad affrontare le temperature
invernali senza possibilità di riscaldarsi”. I dispensari medici dei conventi francescani,
secondo la tradizione della Custodia, diventano “luogo di rifugio e accoglienza per
tutti, senza alcuna differenza fra etnie di alawiti, sunniti, cristiani o ribelli
e governativi. Stare con la gente, accogliere e assistere chi si trova nel bisogno,
garantire il servizio religioso ai fedeli perché comprendano l’importanza di restare
nel proprio Paese” rimane, per padre Pizzaballa, “il senso della missione francescana”
sull’esempio di san Francesco. “Noi frati, ricchi di questo straordinario esempio
ereditato senza alcun merito, abbiamo il compito di emulare e diffondere l’insegnamento
del nostro maestro alle future generazioni, perché possano proseguire la strada da
lui tracciata con immenso amore e umile dedizione”. (R.P.)