Inaugurato l'anno giudiziario della Corte dei Conti: l'Italia stretta tra corruzione
e illegalità
L’Italia stretta tra corruzione e illegalità. La corte dei conti inaugura il suo anno
giudiziario con l’allarme malaffare, le cui dimensioni – spiega la magistratura contabile
– sono superiori a quelle che a fatica vengono alla luce. Servizio di Francesca
Sabatinelli:
Dilagano in
Italia illegalità, corruzione e malaffare, le cui dimensioni sono di gran lunga superiori
a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce. Il presidente Luigi Giampaolino
inaugura il nuovo anno della corte dei conti e ne chiude uno che, dice, sarà ricordato
nella storia della finanza pubblica per la severità della situazione economica e per
l'affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla
e ad arginare gli effetti più devastanti. La mappa dell’illegalità è lunga, si va
dalla corruzione, ai comportamenti dannosi nell’attività sanitaria, dalla sbagliata
gestione dello smaltimento dei rifiuti, all’illecita percezione dei contributi pubblici.
Il costo della corruzione in Italia è plurimiliardario, eppure il recupero che arriva
dalle condanne è di molto più basso. Secondo i dati della funzione pubblica la corruzione
varrebbe 60 miliardi di euro l’anno, una cifra esagerata secondo la stessa corte,
tuttavia, si precisa, l’Italia è tra gli stati percepiti più corrotti in Europa. Ma
la sconfitta è un’altra, aggiunge Giampaolino, quella di non avere un’efficace riforma
della pubblica amministrazione. Di qui il richiamo al ddl corruzione, ora fermo alla
Camera e che andrebbe invece affrontato. Altro triste record quello sul fronte dell’evasione
fiscale, l’Italia presenta il 36% di Iva evasa, in Europa solo la Spagna fa peggio.
Doverosa la lotta all’evasione, sottolinea a conclusione Giampaolino, ma altrettanto
lo è quella allo sperpero: quando si preleva ai cittadini, deve essere speso in modo
oculato.