Tragedia in Honduras: oltre 350 morti nell'incendio di un penitenziario
Continua ad aggravarsi in Honduras il bilancio dell'incendio che la notte scorsa e'
divampato nel penitenziario di Comayagua: 357 le vittime accertate, decine i feriti.
La polizia indaga sul caso: non si esclude l’ipotesi di un incendio doloso. E Il
presidente Lobo Sosa ha convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza. Sentiamo Cecilia
Seppia:
Qualcuno
avrebbe appiccato il fuoco volontariamente, bruciando dei materassi durante una delle
tante rivolte esplose nella prigione a nord di Tegucicalpa, tra guardie e detenuti
e in pochi minuti il caos, con tanto di spari incrociati e persone che saltavano nel
vuoto pur di salvarsi. Altra ipotesi quella di un corto circuito improvviso al sistema
elettrico. Poi la più accreditata: l’incendio doloso confermato dalla testimonianza
di un detenuto che avrebbe telefonato dal penitenziario alla governatrice del dipartimento
di Comayagua, Paola Castro, per informarla su quanto stava accadendo. Impossibile
comunque per i vigili del fuoco raggiungere le varie zone della struttura che ospitava
853 reclusi, 400 in più rispetto all’effettiva capienza. 357 per ora le vittime accertate.
Sul posto sono subito accorsi i familiari dei reclusi: i militari hanno lanciato gas
lacrimogeni e sparato in aria colpi di arma da fuoco per disperdere l’enorme folla.
Qualcuno potrebbe aver approfittato della situazione per evadere. Il presidente Porfirio
Lobo Sosa ha convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza, mentre il segretario generale
dell’Organizzazione degli Stati Americani ha richiesto l’invio della Commissione dei
diritti umani per far luce sul caso.