Sri Lanka: il cardinale Ranjith in sostegno dei pescatori che protestano per il caro
carburante
Proteste nello Sri Lanka contro il caro benzina. In prima linea ci sono i pescatori
i quali temono che gli aumenti sul prezzo del carburante metteranno a dura prova la
propria attività. “Non abbiamo bisogno di sussidi, ma di prezzi umani e sostenibili.
Altrimenti, il governo decreterà la nostra fine, e quella della pesca su piccola scala”.
Lo affermano all’agenzia AsiaNews alcuni delle migliaia di pescatori cattolici della
Western Province, che in questi giorni hanno bloccato le strade della capitale Colombo.
L’arcivescovo della città, il card. Malcolm Ranjith, ha provato a parlare personalmente
con il ministro della Pesca, Rajith Senarathna. Il politico ha fatto sapere che il
governo metterà a disposizione dei sussidi, ma non abbasserà i prezzi che sono aumentati
a partire dallo scorso 11 febbraio. Il diesel è salito a 31 rupie (circa 20 cent di
euro) al litro; la benzina a 12 rupie (circa 8 cent di euro) al litro; il cherosene
a 35 rupie (22 cent euro) al litro. Attraverso radio e televisione di Stato, Senarathna
ha precisato che i rimborsi proposti dall’esecutivo sono di 25 rupie (circa 16 cent
di euro) per il cherosene e di 12 rupie (circa 8 cent di euro) per il diesel. I pescatori
giunti a Colombo provengono da Negombo, Kochchikade, Wennappuwa, Marawila, Chilaw
e Mannar, villaggi e città costiere della Western e North Western Province. Dalla
sola laguna di Negombo sono giunti più di cinquemila persone, tra uomini, donne e
bambini. Il 12 febbraio scorso, tutti i pescatori della Northern Province hanno issato
bandiere nere e fermato le loro barche per una giornata, in segno di solidarietà con
i manifestanti a Colombo. Fino ad ora la protesta si è svolta in modo pacifico nonostante
alcuni momenti di tensione quando alcuni manifestanti hanno distrutto insegne statali
e bruciato copertoni. "Di norma - hanno spiegato - il proprietario di un'imbarcazione
come la Fiber Replaced Plastic (Frp) spende circa 3mila rupie (18,9 euro) al giorno
in carburante. Con i nuovi prezzi, deve spendere circa 4.500 rupie (28,4 euro) al
giorno. È una somma insostenibile per noi piccoli pescatori". Herman Kumara, coordinatore
nazionale della Nation Fisheries Solidarity Movement (Nafso), conferma le paure dei
pescatori: "Questa volta è troppo, nessuno di loro può sopravvivere con questi prezzi".
Alla protesta si sono aggiunti anche gli autisti della Lanka Private Bus Owners Association
(Lpboa), compagnia privata di trasporto pubblico che dispone di 20mila mezzi su tutto
il territorio nazionale. Tuttavia, l’organismo ha revocato lo sciopero dopo aver raggiunto
un accordo con il governo sul prezzo delle corse, salito del 20%. (E. B.)