2012-02-14 16:09:00

Simposio dei vescovi Secam-Ccee: l'Europa riscopra la "gioiosa passione della fede" dell'Africa


L’Evangelizzazione oggi: comunione e collaborazione pastorale tra l’Africa e l’Europa. Questo il tema del secondo Simposio dei vescovi europei e africani, che si è aperto ieri a Roma. Quattro giorni di confronto e riflessione, che culmineranno giovedì prossimo con l’udienza da Benedetto XVI e termineranno quindi venerdì con il pellegrinaggio al Santuario del Volto Santo a Manoppello, in Abruzzo. Il servizio di Michele Raviart:RealAudioMP3

“Impegnarsi per far si che la Chiesa diventi ogni giorni di più una benedizione per il continente africano e per il mondo intero”. Con queste parole il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-El-Salaam e presidente del Simposio delle conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar (Secam), ha inaugurato al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma i lavori del secondo Simposio tra i vescovi europei e africani. Un incontro che rafforza la collaborazione fra le due conferenze episcopali continentali in vista del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione del 2012. “La nuova evangelizzazione è necessaria per proteggere sia l’Europa che l’Africa da derive individualiste e nichiliste che inaridiscono ogni vivere personale e comunitario”, ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e vicepresidente delle Conferenze episcopali europee (Ccee), che ha aggiunto:

“L’onda culturale dell’Europa è inquinata dallo scetticismo per la verità. L’Europa è, nel suo nucleo più profondo, triste e appiattita sul presente materiale. Forse, questo andamento culturale potrebbe interessare in qualche misura anche il grande continente africano. L’invasione violenta del consumismo sfrenato fine a se stesso corrode il modo di pensare, le aspettative e, quindi, le grandi tradizioni, i valori più veri, il senso di appartenenza a una comunità, a un popolo, la solidarietà fraterna”.

Tra i temi sui quali i vescovi si confronteranno in questi giorni, anche un approccio antropologico e teologico sulle specificità degli uomini e delle donne che la Chiesa è invitata ad evangelizzare e sul come annunciare il Vangelo attraverso l’incontro personale con Cristo. Il cardinale Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria:

“Vogliamo parlare di evangelizzazione, partendo da un’esperienza di vita e in vista di una missione specifica, quella del pastore, che consiste nella cura delle persone. Tutto è presente, sia le preoccupazioni sociali che quelle spirituali: esse non sono separate l’una dall’altra, ma sono dimensioni di uno stesso sviluppo integrale della persona e della società umana”.

I vescovi, “consapevoli della nuova interdipendenza tra i Paesi, i popoli e i continenti” e “coinvolti dalla globalizzazione, nei suoi aspetti positivi e negativi, avranno l’occasione di “ravvivare la consapevolezza della loro missione comune di pastori della Chiesa universale, ha affermato il cardinale Théodore-Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar. La collaborazione tra i vescovi dei due continenti nasce col primo Simposio a Roma nel 2004, seguito negli anni da colloqui sulle nuove schiavitù, sulle migrazioni e sulla situazione delle vocazioni missionarie. A fare da guida in questo dialogo, la recente Esortazione apostolica post-sinodale Africae Munus, consegnata da Benedetto XVI ai vescovi africani durante il suo viaggio in Benin e illustrata ieri dal cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che ci spiega l’obiettivo di questo incontro:

“L’obiettivo è la Chiesa, che è una comunione. Due gruppi che sono venuti insieme a discutere un problema comune: la missione affidata a noi come Chiesa che rischia qui in Europa un po’ di stanchezza e in Africa vive nella resistenza”.

L’Africa ha bisogno di un sostegno che non sia solo materiale dal Vecchio continente, mentre l’Europa deve riscoprire la “gioiosa passione per la fede” degli africani, in una sinergia che non può prescindere dall’università della Chiesa e dalla centralità dell’uomo.







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