Roma 2020. Monti dice no. "Occasione persa" per il comitato promotore
Il premier Mario Monti non firmerà le garanzie per la candidatura di Roma alle Olimpiadi
del 2020. Monti ha spiegato che l’impegno finanziario per l’Italia potrebbe rivelarsi
eccessivo. La decisione del Governo è stata ufficializzata in occasione del Consiglio
dei ministri di oggi, che ha anche esaminato e condiviso la riforma del settore difesa
presentata dal ministro Di Paola. Servizio di Giampiero Guadagni:
La
decisione era nell’aria da qualche giorno. Roma non correrà per ospitare i Giochi
Olimpici del 2020. A giudizio del governo non sarebbe responsabile, nelle attuali
condizioni dell'Italia, assumere l’impegno di garanzia dei costi, che potrebbe mettere
a rischio i denari dei contribuenti, dando anche un segnale sbagliato a Europa e mercati.
Il premier assicura tuttavia che l’Italia non rinuncia ad avere mete ambiziose. Ragioni
che rispetto ma non condivido, commenta il sindaco della Capitale Alemanno. Sulla
stessa lunghezza d’onda il Coni. Il presidente Petrucci afferma: avrei voluto maggiore
rispetto, non è stato bello dirci no l'ultimo giorno utile. Di grandissima occasione
persa parla il presidente del Comitato Promotore per Roma 2020 Pescante. Diviso
il mondo politico. Per il segretario del Pd Bersani, quella del Governo è una scelta
di responsabilità e non di sfiducia. La Lega stavolta applaude il premier Monti per
aver detto no ad una operazione definita propagandistica. Al contrario, per il capogruppo
del Pdl alla Camera Cicchitto c’era la possibilità di gestire l’evento come un fattore
di sviluppo.
Delusione, ma anche rispetto per la decisione presa dal governo
viene espressa da Massimo Achini, membro della giunta nazionale del Coni e
presidente del Centro Sportivo Italiano. Ascoltiamolo al microfono di Paolo Ondarza:
R. – Non nascondo
che c’era grande attesa e grande speranza. Era una candidatura di grande buon senso,
sin dall’inizio tutto l’aspetto legato all’investimento di tipo economico era stato
tenuto in grande considerazione e attenzione. Quindi, c’era la speranza di questo
grande traguardo che, indubbiamente, sarebbe stato una grande occasione di rilancio
per il sistema sportivo italiano e per tutto il Paese. Di fronte al senso di responsabilità
richiamato da Monti però non si può che rispondere con un senso di responsabilità:
prendendo atto di questa decisione.
D. – Atto di responsabilità o occasione
persa?
R. – Credo che le due cose stiano insieme: che sia un’occasione persa
mi sembra un dato oggettivo innegabile. E’ altrettanto vero che la valutazione del
premier Monti non posso immaginarla se non come un grande atto di responsabilità dovuto
ad elementi oggettivi, che il premier aveva sottomano. E’ importante però che ancora
una volta non si sia di fronte ad un atteggiamento – e non credo sia questo il caso,
ma mi piace comunque sottolinearlo – che non comprenda fino in fondo che investire
sullo sport non significa spendere delle risorse, ma significa appunto investirle.
Se posso giocare in contropiede, su questo mi verrebbe da dire che, tramontata ormai
quella che era una grande speranza, un grande sogno, mi piacerebbe immaginare, per
esempio, che in questo Paese si realizzasse un grande evento: magari uno dei più
grandi eventi mondiali, dedicato allo sport per i giovani. Sarebbe un modo, una testimonianza
concreta per confermare che lo sport può essere una grande risorsa, un grande strumento
di investimento, soprattutto per l’educazione dei giovani.
D. – Quanto ha contato,
secondo lei, il precedente greco? La Grecia si trova adesso alle prese con una crisi
che la sta portando al default... solo nel 2004 ad Atene si tennero i giochi olimpici...
R.
– Dietro alla presentazione della candidatura di Roma 2020, come risulta dal dossier
ufficiale, c’era uno studio molto attento e molto preciso riguardo alle prospettive
in termini di investimento, di spese e di possibili entrate. Per cui l’analisi era
molto attenta. Certo, il caso della Grecia dimostra come le Olimpiadi, se non gestite
con grandissima attenzione e grandissima oculatezza, espongano poi ad un rischio,
che credo molte volte sia capitato ai Paesi che le hanno ospitate. Ma posso solo
dire che si era partiti proprio con il piede giusto, con una grande attenzione per
evitare tutto ciò. (ap)