2012-02-13 16:29:21

Avviato un progetto in 4 nazioni per combattere il lavoro minorile attraverso l’istruzione


Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) 152 milioni di bambini tra 5 e 14 anni sono vittime del lavoro minorile. La maggior parte appartiene ai gruppi sociali più emarginati e proviene da famiglie molto povere. Inoltre 67 milioni di minori non frequentano la scuola primaria né il primo ciclo di quella secondaria. Nel mese di maggio 2010, i rappresentanti di 97 Paesi hanno preso parte ad una Conferenza mondiale sul lavoro minorile, tenuta a l’Aja, dove venne concordata una road map per eliminare le peggiori forme di sfruttamento infantile entro il 2016. Un elemento fondamentale di questo documento prevede nuove misure per migliorare l’accesso all’istruzione gratuita, obbligatoria e di qualità, per tutti i bambini. Tuttavia se non cambierà l’attuale tendenza, la comunità internazionale non riuscirà a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio che prevede l’istruzione primaria universale entro il 2015. A questo proposito il Programma Internazionale per l’Eradicazione del Lavoro Minorile (Ipec) dell’Ilo, ha avviato un progetto destinato ad affrontare il problema promuovendo l’istruzione come primo strumento. Obiettivo principale è rafforzare i vincoli nell’ambito delle politiche tra l’educazione e il lavoro minorile, organizzando iniziative perchè i bambini vittime del fenomeno o quelli a rischio abbiano maggiori opportunità di accesso all’istruzione. Attualmente il progetto verrà promosso in quattro Paesi di diversi livelli di sviluppo economico e sociale di diversi continenti: Bolivia, Indonesia, Mali e Uganda. Facilitare l’accesso all’istruzione di qualità per tutti i bambini è lo scopo principale. Occuparsi di questa piaga presupporrà una maggiore frequenza scolastica e il miglioramento dell’accesso all’istruzione, che certamente contribuirà a prevenire il lavoro minorile. Senza una minima educazione di base i bambini sono più vulnerabili. Il progetto vedrà la cooperazione di reti educative nazionali, collaboratori sociali, organizzazioni della società civile e altri settori interessati. Verranno create nuove risorse per facilitare l’orientamento di quelli coinvolti in programmi di formazione per adolescenti analfabeti. (R.P.)







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