Avviato un progetto in 4 nazioni per combattere il lavoro minorile attraverso l’istruzione
Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) 152 milioni di
bambini tra 5 e 14 anni sono vittime del lavoro minorile. La maggior parte appartiene
ai gruppi sociali più emarginati e proviene da famiglie molto povere. Inoltre 67 milioni
di minori non frequentano la scuola primaria né il primo ciclo di quella secondaria.
Nel mese di maggio 2010, i rappresentanti di 97 Paesi hanno preso parte ad una Conferenza
mondiale sul lavoro minorile, tenuta a l’Aja, dove venne concordata una road map per
eliminare le peggiori forme di sfruttamento infantile entro il 2016. Un elemento fondamentale
di questo documento prevede nuove misure per migliorare l’accesso all’istruzione gratuita,
obbligatoria e di qualità, per tutti i bambini. Tuttavia se non cambierà l’attuale
tendenza, la comunità internazionale non riuscirà a raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo
del Millennio che prevede l’istruzione primaria universale entro il 2015. A questo
proposito il Programma Internazionale per l’Eradicazione del Lavoro Minorile (Ipec)
dell’Ilo, ha avviato un progetto destinato ad affrontare il problema promuovendo l’istruzione
come primo strumento. Obiettivo principale è rafforzare i vincoli nell’ambito delle
politiche tra l’educazione e il lavoro minorile, organizzando iniziative perchè i
bambini vittime del fenomeno o quelli a rischio abbiano maggiori opportunità di accesso
all’istruzione. Attualmente il progetto verrà promosso in quattro Paesi di diversi
livelli di sviluppo economico e sociale di diversi continenti: Bolivia, Indonesia,
Mali e Uganda. Facilitare l’accesso all’istruzione di qualità per tutti i bambini
è lo scopo principale. Occuparsi di questa piaga presupporrà una maggiore frequenza
scolastica e il miglioramento dell’accesso all’istruzione, che certamente contribuirà
a prevenire il lavoro minorile. Senza una minima educazione di base i bambini sono
più vulnerabili. Il progetto vedrà la cooperazione di reti educative nazionali, collaboratori
sociali, organizzazioni della società civile e altri settori interessati. Verranno
create nuove risorse per facilitare l’orientamento di quelli coinvolti in programmi
di formazione per adolescenti analfabeti. (R.P.)