Siria: bombe sulle città ribelli, si arrende Zabadani. Messaggio di al-Qaeda
Non si arresta il conflitto in Siria, dove l’esercito continua a reprimere nel sangue
le opposizioni. Almeno 11 le persone uccise oggi, di cui 5 nella città di Homs, cuore
della rivolta, dove la gente è intrappolata in casa a causa dei bombardamenti senza
tregua e del fuoco dei cecchini. Nella notte le truppe di Damasco hanno preso d’assalto
il sobborgo di Bab Amro, finora uno dei più vessati dai combattimenti e sono avanzate
verso il confine con il Libano: occupata la città di Zabadani, dopo che gli intensi
bombardamenti, che sono costati la vita a un centinaio di civili, hanno costretto
i ribelli ad accettare il cessate il fuoco proposto dal governo. E mentre permane
l’emergenza umanitaria, che vede in primo piano i bambini (oltre 400 i minori uccisi
in dieci mesi secondo l’Unicef), continua lo stallo sul piano diplomatico, dopo i
no di Cina e Russia alla risoluzione Onu della scorsa settimana. Previsto per oggi
un vertice della Lega Araba al Cairo, per discutere una possibile missione di osservazione
congiunta con l’Onu, in sostituzione di quella ritiratasi a fine mese per l’intensificarsi
delle violenze e definitivamente affossata dalle dimissioni, questa mattina, del capo
missione, il generale sudanese Al-Dabi. Intanto in un video circolato in rete, il
capo di Al-Qaeda, Al-Zawahiri, sunnita, accusa l’alawita Bashar Al-Assad di aver commesso
crimini contro i suoi cittadini e invita il popolo siriano a ribellarsi a quello che
definisce un regime anti-islamico e a non fidarsi dei governi occidentali e arabi.
(A cura di Michele Raviart)