Il cardinale Gracias: la Chiesa in India è viva nonostante le difficoltà
La Chiesa dell’India rilancia il proprio impegno per il Paese: è quanto emerso durante
la plenaria della Conferenza episcopale svoltasi in questi giorni a Bangalore. Sulla
situazione della Chiesa in India, Sergio Centofanti ha sentito il cardinale
Oswald Gracias, arcivescovo metropolita di Bombay:
R. – Siamo contenti
del lavoro che svolgiamo per la gente dell’India; ora dobbiamo rafforzare i nostri
sforzi, perché c’è la grande maggioranza della popolazione che ancora è povera, non
ha istruzione, non ha assistenza sanitaria … Durante la plenaria abbiamo riflettuto
anche sulla Chiesa stessa, perché noi dobbiamo essere d’esempio a tutta l’India.
D.
– In questi ultimi anni, i cristiani in India hanno subito alcuni attacchi, alcune
aggressioni. Qual è la situazione oggi?
R. – Abbiamo, ogni tanto, qualche problema
in diverse parti dell’India, dove si verificano queste aggressioni, specialmente nello
Stato del Karnataka, nell’Orissa e poi nel Kashmir: qui le autorità religiose musulmane
hanno intimato ad alcuni sacerdoti di andare via dal Kashmir … Ma in generale, le
cose vanno migliorando: è molto meglio di prima. Ma la gente ancora ha paura: questa
è la verità.
D. – Il Papa ha indetto l’anno della fede. Quali sono i progetti
della Chiesa in India?
R. – Abbiamo già preparato un direttorio per la catechesi
in India: lo manderemo a Roma per l’approvazione e poi inizieremo con questo programma.
D.
– La Chiesa indiana è impegnata anche sul fronte sociale …
R. – Sì, sì: molto.
Per i diritti umani, per migliorare le condizioni di vita della gente, per i diritti
delle donne, siamo impegnati contro il lavoro minorile, contro lo sfruttamento delle
persone e contro la corruzione, per la politica sia pulita … la Chiesa è molto impegnata,
in questi campi.
D. – E anche per la dignità e i diritti dei Dalit…
R.
– Sì: questo è un problema che abbiamo da molti anni. Abbiamo promosso manifestazioni
e preghiere nelle chiese, abbiamo parlato anche con il governo e adesso stiamo discutendo
anche con i giudici della Corte Suprema.
D. – L’India come vive la crisi che
sta attraversando l’Europa?
R. – Questa crisi non ha avuto grande influenza
sull’India.
D. – Quali sono le sue speranze di cristiano per il Paese?
R.
– Direi che la Chiesa indiana è viva, la gente viene a Messa, abbiamo le nostre comunità
di base, molta gente fa parte di questi movimenti … La Chiesa è viva. Ma dobbiamo
anche lavorare per rafforzare questa vitalità della Chiesa, con la formazione delle
persone, con progetti sociali per i poveri: questo è il nostro programma. Io ho tanta
fiducia nella Chiesa indiana. (gf)