Egitto. Continua la protesta a un anno dalla caduta di Mubarak. Il portavoce cattolico:
cristiani a rischio
In Egitto, continuano le manifestazioni per chiedere le dimissioni della giunta militare
che governa il Paese. Numerose organizzazioni di attivisti hanno promosso nel primo
anniversario della caduta di Hosni Mubarak uno sciopero generale. Un invito a disertare
le manifestazioni è però venuto dai fratelli Musulmani, movimento che detiene la maggioranza
dei seggi parlamentari, dalle autorità religiose sunnite dell’università di Al Azhar
e dal patriarca copto ortodosso Shenouda III. Ma come guardano i cattolici d’Egitto
a queste nuove mobilitazioni popolari? Davide Maggiore lo ha chiesto a padre
Rafic Greiche, che della Chiesa cattolica egiziana è il portavoce:
R. – Well, we
look to this movement with concern … Guardiamo a questo movimento con preoccupazione,
ma non chiediamo alla nostra gente – e in particolare ai giovani - di non scioperare.
Vogliamo lasciare alla gente la libertà di pensiero, la libertà politica per discernere
da soli ciò che bisogna fare, lasciamo ciascuno libero di pensare ciò che vuole fare.
Se vuole manifestare il suo punto di vista, è un suo diritto: e noi rispettiamo questo
diritto.
D. – Abbiamo avuto notizia in questi mesi, di molti cristiani egiziani
che hanno lasciato il Paese: crede che ciò continuerà anche nei prossimi mesi?
R.
- If we don’t have a quick stability it will continue … Se non riusciremo a raggiungere
una stabilità in tempi rapidi, continuerà… Molti cristiani – e anche alcuni musulmani
– stanno lasciando il Paese: vogliono emigrare in Occidente per avere sicurezza e
stabilità … Noi non vogliamo che tutti i cristiani vadano all'estero, noi vogliamo
che i cristiani d’Oriente stiano nel loro Paese, nella loro terra, la terra nella
quale hanno vissuto i profeti e Gesù Cristo …
D. – Allo stato attuale, vede
dei rischi per le minoranze religiose nel suo Paese?
R. – Yes there is a very
big risk … Sì, c’è un rischio molto grande. In Parlamento ora ci sono i Fratelli
Musulmani, ma più pericolosi di loro sono i Salafiti, che vogliono applicare la legge
della sharia così com’è, senza rispetto né per le minoranze né per le norme cristiane,
specialmente per quanto riguarda la famiglia; dovremo assoggettarci alla sharia, e
questo è molto pericoloso per noi, in quanto cristiani, in particolate per le nostre
famiglie …
D. – Un anno dopo, si può dire che la rivoluzione egiziana è arrivata
alla fine?
R. – No, the revolution will continue … No, la rivoluzione continuerà
perché i giovani vogliono che la rivoluzione continui finché non saranno soddisfatte
le loro richieste: finora, riguardo a molte di queste non è stato così. Di nuovo c’è
solo che Mubarak ci ha lasciato, abbiamo ancora il Consiglio militare, non c’è ancora
libertà, neanche quella di coscienza. Ci sono molte cose che non sono state ancora
attuate, e quindi la rivoluzione continuerà finché ciò non sarà avvenuto.