Italia: nel 2065 saranno oltre 14 milioni gli stranieri. La Caritas: urge riforma
della cittadinanza
Nel 2065 gli stranieri in Italia potrebbero essere il 20% della popolazione. L’Ufficio
Internazionale per le Migrazioni ha presentato uno studio sugli arrivi in Italia dal
1951 al 2011 dove emerge che l’integrazione è la vera sfida del futuro. Alessandro
Guarasci.
Dall’Unità d’Italia
la progressione della loro presenza nel Paese è stata notevole: nel 1861 c’erano 89
mila stranieri, oggi sono oltre quattro milioni e mezzo. E nel 2065 potrebbero arrivare
ad essere oltre 14 milioni. In compenso c’è stato un crollo netto degli espatri degli
italiani: ora sono meno di 50 mila l’anno. Per l’Oim, lOrganizzazione Internazionale
per le Migrazioni, nel futuro dell’Italia c’è scritto la parola “immigrazione” e bisogna
avviare una convivenza nelle pari opportunità. Il direttore dell’Ufficio per l’Italia
José Angel Oropeza:
“Non credo che l’Italia sia un Paese dove si
faccia una deliberata politica di respingimento. Certo, alcuni migranti che non possono
stare nel territorio italiano devono andare via. L’Italia ha un programma di ritorno
volontario assistito per migranti che sono in situazioni irregolari o che hanno perso
il loro lavoro a causa della crisi e che ora vorrebbero rientrare nel proprio Paese”.
Per
la Caritas, comunque la vera sfida è riformare il percorso per la cittadinanza. Il
responsabile del dossier immigrazione Franco Pittau:
“Alcune cose
che andavano bene nel passato, quando la presenza straniera era quasi inconsistente,
oggi non vanno più bene. Fortunatamente, c’è un movimento di idee, anche trasversali
agli schieramenti politici, che man mano sta emergendo. Ci vorrà ancora pazienza,
però credo che ci arriveremo, perché è nell’interesse dell’Italia, valorizzare le
persone che nasceranno e moriranno nel suo territorio”.
Tanti nuovi italiani
chiedono di cambiare la legge del ’92, basata principalmente sullo ius sanguinis.