Indonesia: Centro studi musulmano invita a proteggere le chiese dai gruppi radicali
islamici
Salvare le chiese cristiane in Indonesia dall’influenza e dagli attacchi dei gruppi
radicali islamici è necessario ed è possibile: è quanto afferma un nuovo rapporto
pubblicato dalla “Paramadina Foundation”, organizzazione musulmana della società civile,
impegnata a promuovere la tolleranza religiosa. La ricerca, titolata “La controversia
sulle chiese nella Grande Jakarta” e pervenuta all’agenzia Fides, getta una luce sui
fattori che generano relazioni interreligiose costruttive, analizzando le situazioni
in cui le chiese cristiane non solo hanno ricevuto il permesso di edificazione ma
che, una volta costruite, sono divenute un fattore di arricchimento e di socializzazione
positiva per l’intera società. Il rapporto si riferisce alla nota controversia della
Yasmin Church, della Chiesa Presbiteriana, che ha ricevuto la licenza di edificazione
a Bogor ma che, per l’opposizione dei gruppi estremisti islamici, non è stata ancora
costruita. L’area di riferimento è la megalopoli Giakarta, fatta di grandi sobborghi
come Bogor e Bekasi, dove prosperano i gruppi radicali islamici. Le storie di successo
raccontate nel Rapporto – che illustra 13 casi – indicano tre fattori cruciali: il
primo fattore è il sostegno da parte del governo locale e della polizia. Nel caso
della “Terang Hidup Church” (sempre dei cristiani Presbiteriani) a Giakarta, la polizia
locale ha facilitato il dialogo tra il comitato di costruzione della chiesa e i gruppi
che vi si opponevano. Il secondo fattore è il supporto dalle élites religiose. Ad
esempio, nel caso della chiesa di San Mikael a Bekasi, il comitato di costruzione
della chiesa ha ottenuto il sostegno di un leader musulmano locale, che godeva di
grande fiducia nella comunità circostante. L'approccio avviato e i buoni rapporti
hanno permesso al progetto di avere un esito positivo. Il terzo fattore è un ampio
dialogo con la comunità musulmana della zona, per sottolineare che la chiesa “non
serve al proselitismo verso i musulmani, ma per far sì che i cristiani della zona
possano avere un legittimo luogo di culto”. Per esempio, quando la chiesa di S. Alberto
a Bekasi era in costruzione, la commissione edilizia ha invitato le comunità vicine,
i funzionari del governo locale e la polizia, ad una serie di incontri. Questo approccio
ha convinto le comunità locali a non ostacolare la costruzione della chiesa. “Questi
tre fattori fondamentali per preservare le buone relazioni tra maggioranza e minoranze
religiose – spiega il Rapporto – dovrebbero essere ampiamente pubblicizzati. Lo schema,
inoltre, potrebbe essere applicato alla creazione di moschee in comunità a maggioranza
cristiana”. Il testo inviato a Fides conclude: “Il governo centrale dovrebbe imparare
da questa ricerca come mitigare i conflitti causati dalla costruzione delle chiese
e a difendere la Costituzione indonesiana, che garantisce la libertà religiosa”. (R.P.)