2012-02-08 19:30:35

Siria: oltre 60 morti ad Homs. Fra le vittime anche 18 neonati


Non si ferma la violenza in Siria. Sale a oltre 60 il bilancio dei morti ad Homs, roccaforte della resistenza siriana al regime di Bashar al Assad, colpita nella notte da violenti bombardamenti. Fra le vittime anche 18 neonati tenuti nelle incubatrici di un ospedale. Intanto sempre ad Homs, l’agenzia ufficiale Sana parla di una serie di “attacchi terroristici”. Il servizio di Debora Donnini: RealAudioMP3


Homs, roccaforte della ribellione, continua ad essere teatro di violenze. Solo la scorsa notte, per i bombardamenti del regime, si contano oltre 60 morti; fra loro 18 neonati tenuti nelle incubatrici che hanno perso la vita quando le bombe hanno provocato un black-out nell’ospedale di al Walid: piccole vittime di una violenza che ha già tolto la vita a 400 bambini, secondo l’Unicef. Ma l’agenzia ufficiale Sana parla anche di diversi attentati messi in atto in città da terroristi, fra i quali l'esplosione di un’autobomba con vittime fra civili e forze di sicurezza. Sul fronte diplomatico l’Unione europea sta valutando un inasprimento delle sanzioni e ha anche inviato un team di esperti a Beirut ed Amman per far fronte alla possibile evacuazione dei cittadini europei. Questa la situazione dopo il veto posto, sabato scorso, da Russia e Cina alla risoluzione Onu, che avrebbe imposto ad Assad di lasciare il potere. Oggi il presidente russo Medvedev ha comunque detto che bisogna continuare a cercare soluzioni condivise all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, rende noto il Cremlino in un comunicato che da' conto di una conversazione telefonica tra lo stesso Medvedev e il premier turco Erdogan. La Turchia intanto lancia l’idea di una conferenza internazionale sulla Siria e la crisi siriana sarà anche al centro dei colloqui fra il premier italiano Monti e il presidente Usa Obama domani alla Casa bianca.

L’Unicef, dunque, lancia l’allarme sulla condizione dei bambini: massacrati, violentati o vittime delle violenze senza fine che ormai da mesi colpiscono il Paese. Chiesto, inoltre, l’intervento della comunità internazionale prima che sia troppo tardi. Federico Piana ha raccolto l’appello di Paola Bianchi, presidente di Unicef-Italia:RealAudioMP3

R. – E’ stato definito “il massacro degli Innocenti”, e questo non è assolutamente accettabile. Bambini al di sotto dei 14 anni uccisi – ne abbiamo contati all’incirca 400 – e altrettanti detenuti arbitrariamente.

D. – Per quale motivo c'è questa violenza inaudita contro i bambini? Che cosa hanno fatto di male questi innocenti?

R. – C’è un coinvolgimento dei bambini anche da parte delle truppe ribelli, che tende ad esporli, metterli in prima fila. I bambini vengono arrestati anche insieme alle famiglie, insieme ai genitori, torturati, massacrati, sottoposti ad abusi sessuali.

D. – Cosa si può fare come comunità internazionale?

R. – La comunità internazionale deve ovviamente compattarsi intorno all’allarme lanciato dall’Unicef e auspicare, fare in modo che attraverso la denuncia urlata possa compattarsi una forza che in qualche maniera porti ad una soluzione della situazione.

D. – Come si fa se però anche le ambasciate sono state chiuse?

R. – E’ vero: molti Paesi europei hanno chiuso le ambasciate, però è vero anche che l’Unione Europea ha ritenuto di mantenere i propri avamposti in Siria proprio perché ritiene indispensabile che qualcuno rimanga sul campo, quantomeno per registrare, per portare una testimonianza.

D. – Si può sperare in un miglioramento di questa tragica situazione?
R. – Faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità. E’ evidente, però, che bisogna essere realisti: da qui a breve ho serio timore che non si potranno che contare ulteriori feriti e morti. Speriamo che non riguardino i bambini, che sono assolutamente non responsabili di alcuna azione. Speriamo che il tempo che intercorre da qui al termine delle violenze sia il più breve possibile. (gf)







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