2012-02-08 14:07:45

Medio Oriente: mons. Twal favorevole all'accordo Fatah-Hamas


Il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, ha commentato in modo positivo la notizia di un accordo raggiunto lunedì scorso a Doha fra il movimento Hamas e il movimento Fatah per affidare al presidente Abu Mazen la guida di un governo di unione palestinese. “Vogliamo la pace con e fra tutti”, ha dichiarato all'agenzia AsiaNews il capo della Chiesa latina; fra palestinesi e fra i palestinesi e Israele. La “dichiarazione di Doha” è avvenuta nel quadro delle riunioni fra Abu Mazen, presidente dell’Autorità palestinese e capo di Fatah, e Hamas Khaled Mechaal, responsabile di Hamas. Fra i due partiti le relazioni sono tese dal 2007 e dopo l’ascesa al potere di Hamas nella striscia di Gaza. L’accordo di lunedì scorso viene a rinforzare un “Accordo di riconciliazione” stipulato nel 2011. Il patriarca di Gerusalemme commenta che “non vede nessun ostacolo nel fatto che tutti i palestinesi si mettano ad aiutare Abu Mazen per realizzare queste due iniziative”. Il presidente palestinese è “un uomo moderato, di apertura e cooperazione”. Grazie all’accordo, Abu Mazen sarà sia presidente che Primo ministro, rimpiazzando l’economista Salam Fayyad, sostenuto dall’occidente. Il patriarca esprime rincrescimento per questo cambiamento, guardando al “grande lavoro effettuato con successo da Salam Fayyad per preparare con discrezione e serietà le infrastrutture di un futuro Stato palestinese”. L’accordo di Doha è stato criticato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Se Abu Mazen applica ciò che è stato firmato a Doha, sceglie di abbandonare la via della pace per unirsi ad Hamas”, ha dichiarato. “O è la pace con Hamas, o è la pace con Israele. Non si possono avere insieme”. “Non è così!”: il patriarca si stupisce di “questa reazione”, perché “questa riconciliazione risponde alle aspirazioni dei palestinesi all’unità e bisogna esserne contenti”. Mons. Fouad Twal aggiunge: “Vogliamo la pace per tutti, una buona intesa con Israele e l’unione fra i fratelli palestinesi in tutte le loro correnti di pensiero politico. D’altronde, chi non conosce nella propria famiglia punti di vista diversi o opposti?”. Il patriarca parla di una “reciprocità anormale” nei due campi, “in cui ci sono quelli che non vogliono riconoscere lo Stato di Israele come altri non vogliono riconoscere lo Stato di Palestina”. Il patriarca spera che la riconciliazione “possa contribuire a mantenere i negoziati, che non sono mai cessati, direttamente o indirettamente. Ne sono prova la liberazione del soldato Shalit e di più di mille palestinesi. Il dialogo è fatto per persone che non vanno d’accordo. Non c’è nulla da guadagnare nel volerlo rompere. Bisogna lottare contro lo spirito di divisione, non è mai il modo migliore di lavorare per disegnare un cammino di pace”. Mons. Twal chiede di pregare “per una pace giusta e conclusiva qui in Terrasanta e per i Paesi che la circondano" e afferma che i cambiamenti nel mondo arabo non devono essere ignorati. Fra tutte, il patriarca afferma che "la crisi siriana ci preoccupa molto” e che egli comprende la paura dei responsabili religiosi in Siria, i quali temono di finire come un altro Iraq. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.