Ue: rischio default, ma la Grecia deve rimanere nell'Euro
“La Grecia deve rimanere nell’Euro, gli scenari di un default al momento esistono,
ma nessuno ha intenzione di alimentarli”: così, la Commissione Ue che chiede comunque
al Paese di stringere i tempi e rispettare gli impegni presi. Nel pomeriggio, riunione
cruciale tra i leader dei tre partiti di maggioranza per approvare le misure volute
dalla cosiddetta troika (Ue-Bce e Fmi), condizione fondamentale per il via libera
dai partner europei ai nuovi aiuti da 130 miliardi di Euro. Intanto, un nuovo sciopero
contro le misure di austerity paralizza Atene. Per un’analisi, Cecilia Seppia
ha raccolto il commento di Angelo Baglioni docente di economia alla Cattolica
di Milano ed editorialista de “LaVoce.info”.
R. – La gente
è disperata, naturalmente, perché sono state imposte misure molto dure per poter raggiungere
dei target di bilancio molto ravvicinati nel tempo. Quindi, in questo modo, sono stati
imposti aumenti delle tasse, tagli dei salari, tagli delle pensioni, cose molto impopolari
che hanno creato una riduzione forte dei redditi e del potere di acquisto, hanno –
come dicevo – mandato il Paese in recessione e quindi creato molta disoccupazione.
Una politica che sta impoverendo molto il Paese.
D. – Quindi, c’è uno sbilanciamento
tra quello che chiedono i partner europei e quello che il governo di Atene riesce
a dare?
R. – Sì, in questo momento la tensione è fortissima perché pur essendoci
un governo di unità nazionale, fatto da tutti e tre i maggiori partiti, questo governo
però si trova oggettivamente in forte difficoltà nel far accettare altri sacrifici:
un po’ perché molte misure ci sono già state e un po’ perché le elezioni comunque
sono alle porte.
D. – Questo pomeriggio, riunione cruciale dei leader dei tre
partiti al governo, che tenteranno ancora di trovare un’intesa, un accordo, di approvare
definitivamente il promemoria della troika, che è condizione fondamentale anche per
ricevere i 130 miliardi di aiuti...
R. – A questa vicenda si danno continuamente
scadenze che poi slittano in là, quindi è possibile che si vada poi ai giorni successivi
e che le scadenze non vengano rispettate. Su tutto questo pende naturalmente il fatto
che attorno al 20 marzo, fra un mese e mezzo sostanzialmente, ci sia in scadenza un
titolo del debito pubblico ellenico di circa 14 miliardi di Euro. Questa è la vera
scadenza, nel senso che prima di allora bisogna che sia raggiunto un accordo con i
creditori pubblici, quindi con i partner europei e anche con i creditori privati.
A dire la verità con i creditori privati ormai l’accordo è, da quello che si legge,
sostanzialmente raggiunto ed è un accordo, fra l’altro, che impone alle banche, ai
creditori privati perdite molto pesanti. E’ stato, dunque, raggiunto un grosso risultato
da questo punto di vista e sarebbe un peccato gettarlo via, perché poi invece sono
i creditori pubblici, cioè i partner europei quelli con cui alla fine non si trova
una via d’uscita.
D. – Il commissario europeo Kroes ha detto che l’eurozona
di fatto può sopravvivere anche senza la Grecia e, quindi, con un addio di Atene alla
moneta unica. Dall’altra parte, c’è chi in qualche modo ribadisce che difendere la
Grecia vuol dire difendere la frontiera dell’eurozona...
R. – Sì, io credo
che dichiarazioni come quella del commissario europeo siano un po’ imprudenti, nel
senso che un’eventuale insolvenza disordinata di Atene e un’eventuale uscita dall’euro
della Grecia sarebbero comunque un evento dirompente che rischierebbe di creare effetti
a catena, effetti di contagio su altri Paesi più deboli. In questo momento penso che
il Paese più esposto sia il Portogallo, ma anche gli altri Paesi periferici, come
la Spagna, l’Irlanda e l’Italia, sono esposti ad effetti di contagio.
D. –
Invece, dall’altra parte, la visione dei partner europei, in particolare di Germania
e Francia, è abbastanza coerente, cioè continuano a dire “Abbiamo bisogno della Grecia”
e continuano a dire che “Il default di Atene è inaccettabile”...
R. – Sì, infatti,
questo conferma il fatto che un’eventuale insolvenza e uscita della Grecia dall’euro
sarebbe un evento dalle conseguenze imprevedibili e quindi che tutti vogliono evitare,
a cominciare anche dal cancelliere tedesco e dal presidente francese.(ap)