Maldive: si dimette il presidente, esercito sostiene ritorno governo islamista
Si dimette il presidente maldiviano, Mohamed Nasheed, democraticamente eletto nel
2008. Questa mattina l'esercito, che sostiene il ritorno di un governo islamista guidato
dal ex-capo di Stato Gayoom ha occupato la sede della televisione pubblica. Nessun
problema, assicurano, per i turisti. Il servizio di Massimo Pittarello:
Il presidente
delle Maldive, Mohamed Nasheed, ha rassegnato le dimissioni dopo le proteste delle
ultime settimane, culminate questa mattina con l’assalto alla sede della televisione
di Stato da parte di alcuni agenti di polizia. Le forze dell’ordine del Paese sono
rimaste fedeli al leader dell'opposizione, Maumoon Abdul Gayoom, ex capo di Stato
che per 30 anni ha guidato in maniera autoritaria le Maldive, seguendo un'impostazione
fortemente islamica. L'annuncio delle dimissioni e il passaggio dei poteri al vice,
Mohamed Waheed, che ha giurato come quinto presidente, è avvenuto oggi. Fonti diplomatiche
assicurano che per i 1500 italiani e per i collegamenti aerei non c’è nessun problema.
“Gli stranieri non verranno coinvolti in alcun modo dalla crisi politica in corso”,
ha sottolineato, infatti, un portavoce del Ministero del turismo. Mentre l’esercito
si affretta a sottolineare che non c’è stato nessun “colpo di stato”, membri del governo
ormai uscente parlano di “una chiamata alle armi da parte di Gayoom per rovesciare
il governo democraticamente eletto e per avviare una jihad”. Le dimissioni di Nasheed,
che ora si trova nella sua abitazione, chiudono un'esperienza democratica e ambientalista
che aveva sollevato molte speranze nel Paese e all'estero. Rimarrà nella storia la
seduta sott'acqua del suo governo, per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale
sui cambiamenti climatici. Ex prigioniero politico ed ex attivista per la democrazia
in esilio, nonostante le accuse di terrorismo, Nasheed vince le prime elezioni presidenziali
multipartitiche nel 2008. Già il 29 giugno 2010, l’intero governo si era dimesso per
protesta contro il blocco totale delle attività da parte del parlamento. La situazione
è precipitata tre settimane fa con l'arresto del capo della Corte Penale, il giudice
Abdulla Mohammed. “Le Maldive sono uno Stato islamico che vieta le chiese, il culto
cristiano e le Bibbie. Un paradiso per i turisti, un inferno per i cristiani”, denuncia
all’agenzia Fides, John Dayal, segretario generale dell’ong “All India Christian Council”,
che tutela i diritti dei cristiani nella regione, suggerendo poi: “Gli abitanti delle
Maldive dovrebbero ispirarsi alla Primavera araba e orientarsi ad un sistema laico
che tuteli i diritti umani e la libertà religiosa”.