L'Onu raccomanda prudenza ai somali che vogliono tornare a casa con le prime piogge
Prudenza in viaggio, perché la situazione nel Paese non è ancora considerata abbastanza
sicura da consentire un rimpatrio organizzato e la raccomandazione che ogni ritorno
in Somalia deve essere bene informato e, soprattutto, su base volontaria. Così l’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) si rivolge ai circa settemila
somali che, viste le prime piogge stagionali, vogliono fare ritorno anche temporaneamente
nel proprio Paese d’origine per effettuare i raccolti. A causa della siccità e della
tremenda carestia che nei mesi scorsi avevano colpito il Corno d’Africa, infatti,
molti somali si erano rifugiati in Etiopia o in Kenya in campi allestiti appositamente
e nei quali ora lasciano soprattutto le donne e i bambini. Secondo le stime dell’agenzia
Onu, nell’ultimo mese si sono ripopolate soprattutto le regioni somale di Bay Bakool,
Gedo e Banadir, molto provate dalla carestia, mentre fra dicembre e gennaio il flusso
al contrario, dalla Somalia verso i campi è stato di circa 49mila persone, la maggior
parte delle quali fuggite per motivi legati alle mutate condizioni di sicurezza a
causa dell’insistenza di conflitti armati. Della scorsa settimana, infine, è l’allarme
lanciato sempre dall’Acnur su una sospetta epidemia di poliomielite nel campo di Bur
Amino e nelle aree circostanti, poi risultata negativa; nei prossimi giorni, comunque,
è in programma la campagna di vaccinazione di routine, organizzata in collaborazione
con l’Oms e Medici Senza Frontiere. (R.B.)