2012-02-07 14:12:41

Indonesia: oltre mille bambini cattolici di Timor Est “rapiti” e islamizzati


Mille bambini cattolici di Timor Est, sottratti alle loro famiglie oltre dieci anni fa, sono trattenuti con la forza in Indonesia, convertiti all'islam, istruiti in collegi islamici e nazionalizzati. Oggi la maggior parte di loro si trova in scuole e strutture di accoglienza nell'area di Giava occidentale, in mano a “educatori” musulmani che si rifiutano di riconsegnarli alle loro famiglie. E' la storia che l'agenzia Fides apprende da fonti della Chiesa indonesiana, confermata da alcuni operatori umanitari cattolici che hanno provato a riportarli, senza successo, nei loro nuclei familiari di origine a Timor Est. Fra i 250mila profughi che nel 1999, al tempo del conflitto per l'indipendenza di Timor Est dall’Indonesia, varcarono il confine verso Timor Ovest, per sfuggire alle violenze dei miliziani filo-indonesiani, vi erano oltre 4.000 bambini. Allora molti bambini vennero consegnati a membri dell'esercito o a organizzazioni umanitarie indonesiane dalle famiglie timoresi che non potevano provvedere al loro sostentamento. Oltre 1.000 di quei bambini non hanno mai più fatto ritorno a Timor Est e restano prigionieri in collegi islamici (i “pesantren”) a Giava occidentale. Alcune Ong e i rappresentanti dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati in Indonesia hanno provato a organizzare il loro rimpatrio, senza successo. Alcuni genitori timoresi, dice un fonte locale, hanno rintracciato i loro figli ma i responsabili dei collegi non li hanno liberati. Padre Benny Susetyo, segretario della Commissione episcopale per il dialogo interreligioso, afferma che “è un caso molto triste, un patente abuso: come Commissione abbiamo sollevato la questione, insieme con altre organizzazioni della società civile come ‘Kontras’. La poniamo al governo, alle Nazioni Unite, alle organizzazioni musulmane, come questione fondamentale che tocca i diritti umani, la tutela dei diritti dei bambini, la libertà religiosa”. L'analisi di padre Susetyo prosegue: “Casi come questo mostrano come i rapporti fra politica e religione abbiano un serio impatto sulla libertà dei cittadini, soprattutto delle minoranze. Urge limitare la strumentalizzazione della religione in politica. L'area di Giava occidentale ne è un esempio: gruppi musulmani vogliono imporre regole ispirate alla sharia (la legge islamica)”. Inoltre, conclude, “i problemi principali a Timor Est, che è nazione a maggioranza cattolica, sono l’eccessiva burocrazia e la corruzione: altri due elementi che influiscono sul mancato ritorno di questi bambini”. (R.P.)







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