Studio del Cnr: cambiamenti climatici causati negli ultimi 60 anni da fattori umani
L'incremento della concentrazione di gas serra di origine antropica è stato determinante,
rispetto agli influssi naturali, nel causare l'aumento delle temperature globali degli
ultimi 60 anni. È quanto emerge da una ricerca realizzata dall'Istituto sull'inquinamento
atmosferico del Cnr di Roma. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Antonello
Pasini, autore dello studio:
R. – I dati
emersi ci dicono che il riscaldamento globale degli ultimi 60 anni è stato provocato
non tanto da cause naturali – noi abbiamo considerato il sole, i vulcani e anche questi
famigerati raggi cosmici che tanti dicono possono pilotare il clima – ma sono stati
causati da cause antropogeniche, umane. Quindi sostanzialmente dall’emissione di gas
a effetto serra come CO2, il metano e altri gas che hanno la peculiarità di tenere,
di intrappolare il calore nei bassi strati dell’atmosfera.
D. – I cambiamenti
climatici e le loro origini dividono gli studiosi: alcune teorie spingono sul fronte
dell’effetto serra, altre invece parlano di cicli naturali che nulla hanno a che fare
con questo. Perché queste due visioni così differenti?
R. – Sostanzialmente
nella comunità scientifica che si occupa di cambiamenti climatici è stato riscontrato
in maniera abbastanza chiara che le cause preponderanti sono quelle umane. Poi altre
persone, che fanno parte magari della comunità scientifica ma non sono propriamente
esperte di questo campo, azzardano ovviamente altre ipotesi; è importante dire che
nella scienza le ipotesi si possono fare quanto si vuole: vanno poi in qualche modo
verificate. La verifica che abbiamo fatto noi, in maniera indipendente da altri modelli,
è proprio questa: le cause umane sono state preponderanti.
D. – Il surriscaldamento
causato dall’effetto serra come si coniuga con queste temperature polari che hanno
raggiunto aree più miti? Sembrerebbero due fenomeni agli antipodi…
R. – Certo
... però bisogna sempre distinguere la meteorologia dal clima. Il clima è fatto dal
tempo che compare su una determinata zona e per un periodo di tempo molto lungo, per
almeno trent’anni. Ciò non toglie che nel breve periodo ci possano essere anche –
come dire - tempi meteorologici in controtendenza. Tra l’altro noi vediamo che al
riscaldamento globale corrisponde non soltanto la temperatura in aumento, ma anche
gli eventi estremi e questo sia in un senso che nell’altro. Quindi la variabilità
meteorologica in generale aumenta. Per cui questi fenomeni non sono in contrasto con
il riscaldamento globale. Si può, poi, andare a vedere anche al di là del proprio
naso e vedere cosa succede in altre zone del mondo, dove – per esempio – in questo
momento ci sono riscaldamenti molto forti.
D. – Ci sono state, ovviamente,
altre ondate di gelo nella storia: in cosa differisce questa situazione dalle precedenti?
R.
– Ci sono degli studi che stanno cercando di analizzare meglio come questo grande
riscaldamento del Polo Nord possa portare dei cambiamenti nella circolazione atmosferica.
Ci siamo accorti recentemente che sempre più spesso ci sono circolazioni da sud a
nord e da nord a sud, piuttosto che da ovest a est. Questo significa che ovviamente
d’estate ci possono essere delle ondate di calore molto intense e, allo stesso tempo,
ci può essere aria che scende direttamente dal Polo Nord e che porta a situazioni
come quella che stiamo vivendo in questi giorni.
D. – Si è sentito parlare
anche del fenomeno della calotta polare che si sta squagliando e che questa ondata
di gelo potrebbe essere collegata a quel fenomeno…
R. – Ci sono degli studi
di questo tipo, ma ancora – devo dire – non c’è niente di accertato. Noi sappiamo
che ondate di questo tipo si sono verificate anche in passato: l’evento dell’85, del
’56… Insomma periodicamente, ogni tanto, si verificano afflussi di aria così fredda
e quindi non è una cosa assolutamente anomala.